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I politici del G20 nel 2009 spiati dai servizi britannici ed americani

Nuove rivelazioni da parte della “talpa” Snowden che svela alcuni retroscena del grande summit europeo avvenuto qualche anno fa in Gran Bretagna.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Non è ancora chiara la questione del Datagate e tutto ciò che ruota intorno ad esso, che spuntata dal nulla, anzi dalla solita fonte che ha messo in ginocchio gli Stati Uniti, Edward Snowden, sembra ricondurre oggi ad una nuova rivelazione di quelle che passeranno di certo alla storia. Parliamo del G20 del 2009, il summit europeo avvenuto in terra inglese, a cui hanno partecipato tutti i maggiori paesi della comunità internazionale. Un summit che non sembra essere stato poi così segreto nei lavori almeno come dovrebbe essere.

Secondo il Guardian, infatti, proprio durante le conferenze, le assemblee e i lavori del G20, i leader e tutti coloro che hanno partecipato ai lavori sono stati esplicitamente spiati dalle autorità dei servizi d'intelligence britannici e americani. L'ennesima bomba a ciel sereno che arriva a pochi giorni dalle inchieste riguardanti il datagate e alla vigilia del nuovo summit europeo del G8 in Irlanda del Nord.

Secondo quanto dichiarato dalla ormai famosa "talpa", Snowden, i controlli sarebbero stati eseguiti dal Gchq (Government Communications Headquarters) britannico, ma anche da agenti della Nsa (National security agency) statunitense che avrebbero spiato conversazioni segrete del passato presidente, nonché attuale primo ministro russo, Dmitri Medvedev. Stando alle parole della fonte, il G20 del 2009 sarebbe stato caratterizzato da un fervido ed imponente sistema di spionaggio delle conversazioni di intere delegazioni. Esempi lampanti riferiti sono stati quelli delle delegazioni guidate dal ministro delle Finanze turco ma anche quelle di altri leader presenti al vertice. Il tutto sembra essersi consumato attraverso l'installazione di Internet point truccati con software-spia accompagnati dal controllo capillare del sistema dei Blackberry utilizzati dagli ospiti.

L'autorizzazione a tali operazioni di spionaggio sembra essere stata data proprio dal Primo Ministro di allora, Gordon Brown, che avrebbe cercato di coinvolgere anche le autorità americane National Security Agency (Nsa) particolarmente interessati alle conversazioni del primo uomo russo, Medvedev. Insomma una nuova ondata di rivelazioni che sembrano colpire in pieno proprio l'incontro odierno a Londra tra il britannico primo ministro, David Cameron, e il presidente russo Vladimir Putin nonché l'apertura del nuovo G8 in Irlanda ponendo interrogativi e scenari futuri di non facile spiegazione.

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