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I produttori di smartphone dovranno pagare le app di Google (in Europa)

Per la prima volta l’azienda di Mountain View farà pagare ai produttori di smartphone per inserire le proprie app all’interno dei loro dispositivi. Si tratta di tutte quelle applicazioni che troviamo preinstallate al momento dell’acquisto, tra cui il negozio digitale Play Store, Google Maps e YouTube.
A cura di Marco Paretti
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A distanza di pochi mesi dalla multa ricevuta dall'UE di 5 miliardi di dollari per abuso di posizione dominante, Google sta iniziando a modificare le sue politiche per quanto riguarda il territorio europeo. Come parte di questi cambiamenti, per la prima volta l'azienda di Mountain View farà pagare ai produttori di smartphone per inserire le proprie app all'interno dei loro dispositivi. Si tratta di tutte quelle applicazioni che troviamo preinstallate al momento dell'acquisto, tra cui il negozio digitale Play Store, Google Maps e YouTube. Presto per poterle inserire nei loro smartphone i produttori dovranno pagare una licenza a Big G.

Allo stesso tempo, però, questi produttori avranno per la prima volta la possibilità di preinstallate applicazioni di terze parti all'interno dei telefoni dotati di Android, elemento prima impossibile proprio per i molti paletti imposti da Google che hanno portato alla multa miliardaria. Questo riguarderà sia le versioni ufficiali di Android che le varianti sviluppate dai produttori di smartphone partendo dal codice base; anche su queste varianti Google ha sempre impedito di installare applicazioni terze, con l'unica eccezione costituita dal tablet Fire di Amazon, dotato di sistema operativo FireOS basato su Android pesantemente modificato.

Il cambiamento arriva dopo che l'Unione Europea ha comminato una multa di 5 miliardi di dollari a Google per abuso di posizione dominante proprio in ambito Android. Il problema era stato individuato nelle richieste del colosso americano di preinstallare su tutti i telefoni Android le app del motore di ricerca, Chrome e tutta la suite di applicazioni legate a Big G. Pena il non poter utilizzare Android in maniera gratuita. Secondo la Commissione UE questo atteggiamento ha fornito a Google un vantaggio illecito sulla competizione. Una decisione contro la quale Google sta comunque facendo appello.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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