Centinaia di server, cavi colorati e persino biciclette con le quali attraversare i grandi edifici. È il dietro le quinte di Jupiter, l'enorme network di server di Google che proprio nelle ultime ore è stato svelato per la prima volta al mondo tramite un post sul blog ufficiale. Composta da oltre 100 mila server sparsi in tutto il globo, la rete consente la gestione delle richieste effettuate tramite il motore di ricerca, dei video caricati su YouTube e dei milioni di email inviate ogni giorno tramite Gmail. Una serie di compiti così complessi da gestire che l'azienda di Mountain View ha dovuto costruire la propria infrastruttura personale per poter continuare ad operare. "Dieci anni fa ci siamo resi conto che non potevamo acquistare un network adatto alle nostre esigenze" ha spiegato Google nel post. Così se l'è costruito da sé.
Una funzionalità essenziale è quella legata alla comunicazione tra i server lontani anche migliaia di chilometri. Per questo Jupiter è in grado di far dialogare tra loro i macchinari ad una velocità record di 10 GB al secondo: quella attuale è la quinta generazione del network che, secondo l'azienda di Mountain View, ha una potenza pari a 100 volte quella iniziale. La decisione di Google di rivelare i dettagli riguardanti la propria infrastruttura non è casuale; attualmente la realtà americana si sta aprendo al pubblico offrendo la possibilità ad altre aziende di utilizzare il proprio network attraverso la piattaforma Google Cloud.
"Poche persone sono entrare all'interno dei data center di Google e per una buona ragione: la nostra priorità è la privacy e la sicurezza dei vostri dati" ha spiegato l'azienda. "Sebbene nel corso degli anni abbiamo condiviso molti dettagli sul design e sulle pratiche, solo un piccolo numero di dipendenti ha avuto accesso ai locali che ospitano i server". Per la prima volta è quindi possibile osservare l'interno delle strutture, effettuando una sorta di tour virtuale del futuristico network Jupiter. Le fotografie, ad opera di Connie Zhou, mostrano gli spazi, le tecnologie e le persone che mantengono operativo Google.
Attraverso la funzionalità Street View di Google Maps è possibile visitare virtualmente il data center della North Carolina, uno degli otto coinvolti nel progetto – gli altri sono distribuiti negli Stati Uniti, in Finlandia e in Belgio – che presto sarà accompagnato da quelli in costruzione ad Hong Kong, Taiwan e Cile. L'enorme numero di server si è reso necessario prima per riuscire ad indicizzare tutti i siti web e poi per supportare i vari servizi proposti da Big G negli anni, come YouTube, Gmail e Android. Sebbene gli interni siano stati svelati pubblicamente, l'accesso fisico resta fuori discussione: i data center sono blindatissimi, così come lo sono i dettagli riguardanti il numero di macchinari, che secondo l'azienda superano le centinaia di migliaia.