Dopo il successo riscosso negli Stati Uniti d'America e quasi in concomitanza ai Gay Pride che si sono svolti nelle più importanti città del mondo, Facebook ha deciso di concedere anche agli utenti inglesi la possibilità di poter identificare la propria sessualità scegliendo tra oltre 70 nuove tipologie. Non più solo "maschio" o "femmina", quindi, ma anche "trans uomo", "trans donna", "bisessuale" e tantissime altre opzioni, tra cui compare anche "gender questioning", ovvero chi sta ancora esplorando la propria identità sessuale.
"Ci rendiamo conto di come alcune persone abbiano difficoltà a condividere la propria vera identità sessuale con gli altri" – ha spiegato il colosso dei social network in un comunicato in cui annunciava la novità – "Le nuove impostazioni danno agli utenti la possibilità di esprimersi in modo autentico".
La scelta delle oltre 70 nuove identità sessuali su Facebook, è avvenuta dopo un lungo periodo di lavoro passato a stretto contatto con diversi gruppi di attivisti per i diritti dei Gay. Una scelta importante, coraggiosa, che arriva in un momento storico in cui l'omofobia è ancora radicata in tutte le culture, ma che il social network da tempo prova a combattere grazie ad alcuni piccoli gesti che vanno ben oltre i freddi algoritmi della piattaforma: proprio per commemorare l'importanza del riconoscimento delle diversità (anche) sessuali, lo scorso febbraio la società capitanata da Mark Zuckerberg ha appeso una serie di bandiere di vari colori all'interno della sede principale a Menlo Park.
Un successo. Negli Stati Uniti d'America sono oltre ottocentomila le persone che hanno dichiarato apertamente di sentirsi di un sesso diverso da quello d'origine e che nel corso degli anni hanno iniziato a far parte della battaglia per i diritti dei gay. "È una novità importante, soprattutto per i giovani che si trovano e riconoscono sempre di più nei social network e che hanno la necessità di riaffermare la propria personalità" – ha dichiarato Chad Griffin della Human Rights Campaign, una delle associazioni no profit che ha fatto da consulente alla società californiana – "Mi auguro che adesso anche altri seguano lo stesso esempio di civiltà".
Un controsenso. L'immagine aperta, moderna e senza pregiudizi che si è costruita Facebook introducendo questa novità è tutt'altra cosa rispetto alla figuraccia che il social network ha fatto con un'utente italiana. Ad inizio maggio ha fatto il giro del mondo la disavventura di Carlotta Trevisan, una ventottenne madre di una bimba di sei anni, che è stata bannata da Facebook proprio per aver pubblicato un’immagine che ritraeva un bacio tra due donne, in occasione del giorno contro l’omofobia.