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Il 30% degli italiani spiati in rete!

Secondo una ricerca di Cpp Italia sulla sicurezza online, il 30% dei web-navigatori in Italia subisce infiltrazioni sui dati personali digitali. Il setttore più colpito è l’home banking, oltre ai servizi di posta elettronica e quelli, frequentatissimi, dei social network.
A cura di Vito Lopriore
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Quali possono essere le conseguenze di non cambiare mai la password per i propri account in Internet? Una ricerca, realizzata da CPP, ente internazionale che si occupa della protezione dei dati personali, circa 1 italiano su 3 si è visto derubare informazioni in rete sulla propria identità.

Il 42% degli intervistati ha dichiarato di non cambiare mai la password per i propri servizi in rete, a meno che non sia costretto a farlo e solo l’11% lo fa però una volta all’anno o a distanza di lunghi intervalli di tempo. Sono alte comunque le percentuali di cambia le password almeno una volta al mese – 17% − oppure ogni 3 mesi – il 18%.

I servizi che più sono sensibili al furto dei dati sono naturalmente quelli delle email e quelli della home banking, il servizio in rete che permette di gestire il proprio conto bancario online e fare operazioni di qualunque tipo, da pagare bollettini fino a fare bonifici ecc. Il 14% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare la stessa password per tutti i servizi – è notoria la richiesta di una password digitale per qualsiasi piattaforma, social network, client per email, servizi di videochiamata, VoIP, chat line – mentre il 13% usa 2 codici segreti differenti, uno per i social network – Facebook per esempio rappresenta il 40% di tutto il traffico web nel mondo – ed uno per accedere al conto bancario online.

Proprio per quanto riguarda i servizi bancari c’è naturalmente più pericolo di essere hackerati, grazie alla possibilità reale di sottrarre denaro: il danno economico, secondo il Cpp, solo per l’1% dei casi è stato superiore ai 5000 euro, il 2% ha subito danni entro i 100 euro e il 3% entro i 1000 euro. La prudenza non è mai troppa anche se chi usa il conti online potrebbe avere un account bancario ad hoc, magari con poco denaro, solo per svolgere veloci operazioni finanziarie che potrebbero richiedere ore di fila nei vari sportelli tradizionali.

Il 30% degli italiani, dunque, ha subito infiltrazioni per accedere alla propria privacy nei servizi Internet: la cifra non è bassa, bisognerebbe che i vari gestori, soprattutto quelli dei servizi finanziari, si adoperino per garantire una maggiore sicurezza online degli utenti così da far crescere il mercato delle vendite online, anche retail, che è indietro nel nostro paese rispetto alle altre nazioni europee e non solo.

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