Fortemente criticata da Unione Europea e cittadini, la legge sui media firmata dal presidente polacco Andrzej Duda ha già creato tensioni, dibattiti e manifestazioni. Le nuove regole forniranno alle autorità la possibilità di scegliere e revocare i responsabili di servizi televisivi e radiofonici, un compito fino ad ora portato avanti dall'organizzazione KrriTv. L'Unione Europea ha annunciato di voler aprire una discussione sullo stato di diritto nel paese, mentre il governo già pensa a limitare l'ultimo canale che, approvata la nuova legge, consentirebbe di avere uno scambio libero di opinioni: internet.
Se ne sta discutendo in questi giorni in Polonia, dove una nuova norma del partito nazional-conservatore di Jaroslav Kaczynski fornirebbe alla polizia la possibilità di accedere a tutti i dati della rete, oltre che a quelli telefonici. "Sarebbe una minaccia per la libertà dei cittadini" ha spiegato Adam Bodnar, portavoce dei diritti polacco. Una proposta che spaventa anche e soprattutto per la scarsa trasparenza dei nuovi regolamenti, che ad oggi non chiariscono come e quali dati le autorità potranno intercettare, ma specificano che questa procedura potrà essere attuata per "individuare, prevenire, ottenere o conservare prove". Una definizione troppo vaga che potrebbe consentire l'accesso ad informazioni personali, dati, messaggi e file dei cittadini in maniera troppo semplice.
A consentire il monitoraggio delle informazioni dovranno essere gli operatori, che avranno l'obbligo di immagazzinare tutti i dati in transito sulle proprie reti nell'eventualità che il governo ne faccia richiesta. Il tutto, ovviamente, a spese delle singole aziende. Uno scenario preoccupante, anche perché si profilano modalità di richiesta che non prevedono né la decisione di un giudice né la notifica alla persona che viene controllata. Un tribunale avrebbe modo di accedere ai dati monitorati e agli atti della procedura solo dopo sei mesi dall'inizio dell'operazione, ma anche in questo caso non sarà obbligato a farlo.
Una legge sulla quale ora si dovrà esprimere la Corte Costituzionale, che ha la possibilità di dichiarare i nuovi regolamenti incostituzionali. Una procedura che si preannuncia essere piuttosto lunga a causa dell'imposizione da parte della maggioranza di valutare i singoli casi in ordine cronologico. Ad oggi se ne contano circa 400 ancora da vagliare, con la legge sui media ben lontana dall'essere una priorità da discutere. Nel frattempo, lo scorso 9 gennaio i cittadini hanno manifestato pacificamente in segno di protesta: oltre 20 mila persone si sono riversate a Varsavia per contestare la firma del presidente Duda.