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Il Mago di Woz sul trono di Apple: una favola per il dopo Steve Jobs

Steve Wozniak è stato in coda come un qualunque Apple-addicted ad attendere trepidante l’uscita dell’iPhone 4s. Il genio informatico su cui si fonda il successo della compagnia di Cupertino, il co-fondatore, l’uomo senza il quale il Mac non avrebbe mai visto la luce si emoziona, ancora oggi, per i progressi dell’innovazione tecnologica. Esiste un uomo migliore per il dopo-Jobs?
A cura di Anna Coluccino
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steve wozniak

Stephen Gary Wozniak è un ingegnere informatico, un innovatore geniale, responsabile del progetto e della realizzazione dell'Apple I. Lo hanno soprannominato Wizard of wOz (Il Mago di wOz) o -semplicemente- The Woz. La sua mente è tra le più blasonate del pianeta; molti gli informatici, gli ingegneri e gli hacker che a lui si ispirano. Genio e benefattore, è stato inserito nella National Inventors Hall of Fame (un'organizzazione no profit che premia gli uomini e le donne a cui l'umanità deve i suoi progressi scientifici, tecnologici, sociali ed economici), ha finanziato musei per bambini e scuole pubbliche, insegna, balla (ha partecipato alla versione USA di Ballando con le Stelle) eppure -qualche giorno fa- era in prima fila ad aspettare l'apertura dell'Apple Store di Los Gatos, California, per acquistare l'iPhone4S.

Ma davvero uno come Woz ha bisogno di fare la fila e pagare per avere un dispositivo ideato dalla compagnia che lui stesso ha fondato?

Naturalmente no, ma è anche per cose come questa che Steve Wozniak è tanto amato. Infatti, come ammette egli stesso, l'iPhone 4s gli è già stato recapitato a casa, ma preferisce fare la fila per acquistarne un altro perché, come dichiara ai microfoni di Tech Crunch, ama questo momento. E dice anche qualcosa in più…

"Effettivamente l'iPhone mi è stato spedito a casa ma io amo tutto questo. Sono abituato a credere che aspettare in fila per un'intera notte abbia un significato. Il prodotto ha un significato. È una parte così importante delle nostre vite e questo è il mio modo di riconoscerlo. […] Non credo di avere alcuna connessione con la tecnologia e l'indirizzo del nuovo iPhone, sono solo felice che sia un prodotto buono quanto quelli realizzati ai miei tempi. […] Voglio davvero scrutarlo, testarlo. Voglio trovare cosa funziona e cosa no. Perché alcune cose che funzionavano con Siri e mi avevano convinto fosse la più grande applicazione di tutti i tempi ora non funzionano più. Ad esempio, un tempo mi bastava dire "Quali sono i 5 laghi più grandi della California?" o "Quali sono i cinque laghi più grandi del Sud Africa?" e mi avrebbe dato uno risposta, adesso non lo fa più. […] Penso davvero che questo sia il futuro,  fare semplici domande tutto il giorno e ricevere risposte giuste. […] Questo è quello che davvero voglio dalla vita. Io non voglio cose me mi mettono in condizioni di ricevere delle risposte, che mi diano il libro che ha le risposte, che mi  portino alla pagina che ha le risposte. Non voglio questo. […] Io credo che i motori di ricerca debbano essere sostituiti dai motori di risposta."

Non voglio cadere nell'errore di cercare uno scoop lì dove non esiste, fare del banale sensazionalismo, o farmi prendere la mano dal desiderio che serpeggia in ogni giornalista: l'irresistibile tentazione di trovare significati e intenzioni nascoste anche nelle più innocenti dichiarazioni. So bene che, spesso, è tanto più semplice e corretto ragionare secondo il principio del Rasoio di Occam (ovvero: a parità di fattori, la risposta più semplice è quella preferibile) ma vorrei presentare un'idea, evidenziandone -però- la mera natura speculativa.

Ora che ho praticato la classica excusatio non petita posso cominciare a esporre il mio ragionamento.

È evidente, soprattutto conoscendo la sua storia personale, che Steve Wozniak è -semplicemente- un entusiasta della tecnologia, un innovatore felice di assistere all'evolversi e al migliorarsi delle sue stesse invenzioni. Si tratta pur sempre dell'amante di fumetti e fantascienza che, a soli undici anni, costruì una radio, del ragazzo che a tredici anni costruì un computer a transistor e che, poco più che adolescente, ideò le blue box, rischiando una seria denuncia da parte delle compagnie telefoniche, e che chiamò in Vaticano fingendosi Henry Kissinger e chiedendo di parlare con il Papa (con cui non parlò solo perché dormiva…).

Insomma, Steve Wozniak non ha bisogno di "interessi altri" per essere così contento di poter sperimentare l'emozione che gli Apple-addicted provano nel primo giorno di commercializzazione di un nuovo device, da voler fare la fila con loro.

Inoltre, in seguito all'incidente aereo del 1981 che lo vide coinvolto, Woz non ha smesso di credere nella tecnologia, ma ha smesso di essere interessato alla vita d'azienda (se mai lo è stato), tanto che -pochi anni dopo- abbandonò Apple per non tornare mai più.

“ Questo è il futuro: i motori di ricerca che vengono sostituiti dai motori di risposta. ”
Steve Wozniak

Ciò detto: vi immaginate cosa accadrebbe se l'amatissimo Wozniak, tanto diverso da Jobs ma ugualmente amato e finanche meno "attaccabile" dal punto di vista etico, si convincesse a vestire i panni del nuovo volto di Apple? Il CEO di facciata? Da questo punto di vista, il fatto di fare la coda come un normale Apple-addicted sarebbe strategicamente geniale. 

Pensateci un attimo: Tim Cook continuerebbe a fare il suo lavoro, come già faceva mentre Steve Jobs continuava a prestare il volto, il fascino, il carisma e la capacità affabulatoria ad Apple, e Wozniak potrebbe entusiasmare le folle con la sua sincera passione per la tecnologia. Una passione sorretta da un'incontestabile genialità e una personalità gentile, quasi naif: mite e incantevole insieme.

Se è vero che solo la nemesi di Steve Jobs potrebbe aspirare a prendere il suo posto salvando in toto i risultati, non vedo nome migliore di quello di Wozniak.

The Wizard of Woz possiede tutte le qualità che la storia consegna a Steve Jobs tranne -forse- l'eccellente retorica, e la capacità strategico-organizzativa, ma compensa colmando tutte (e sottolineo: tutte) le lacune ascritte all'ex CEO.

Si dice che Jobs fosse per molti versi un genio, ma non dal punto di vista strettamente "tecnico".

Un punto per The Woz.

Si dice che Jobs fosse un capitano d'azienda visionario e stimolante, ma anche dittatoriale, intransigente, dal licenziamento facile e dalla scarsa sensibilità verso la scarsa eticità aziendale di Apple.

The Woz ha fama di avere caratteristiche diametralmente opposte. E se è vero che questo non lo configura come possibile leader, è anche vero che a lui potrebbe spettare il ruolo di inventare, ispirare e definire le politiche in fatto di etica, e non quello di "gestire" la compagnia, ruolo che Cook svolge benissimo.

In buona sostanza, vedete una soluzione migliore di The Woz CEO?

Sono certa che da Apple ci abbiano già pensato. Così come sono pressoché certa che lui rifiuterebbe. Ma valeva la pena speculate un po' e immaginare, anche solo per un secondo, come potrebbe essere Apple se al suo vertice ci fosse Steve Wozniak, uomo a cui l'azienda di Cupertino deve gran parte di quel che è. E sarebbe ora di riconoscerglielo.

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