Se si escludono alcuni teaser tutto quello che è stato caricato online sono 4 minuti, la puntata pilota, ma bastano a dare l’idea di cosa sia Ischidados – I risvegliati.
Con l’atteggiamento migliore i ragazzi di Torino del Chunk Collective hanno scritto e girato l’idea più abusata degli ultimi anni (gli zombie), mescolandola alle tradizioni sarde ma la notizia è che l’hanno fatto bene. Una novità assoluta per il panorama italiano.
Per il momento di Ischidados c’è solo questo. Igor De Luigi e Eugenio Villani sono andati in Sardegna, hanno preso contatto con artigiani locali e hanno approfondito le storie sui mamutones e i miti locali per poter realizzare pochi minuti e ideare tutta la possibile prima stagione: “Volevamo fare tutto con il massimo rispetto per la tradizione sarda. Del resto è vero che intorno ai mamutones ci sono ancora molti misteri, non tutto è chiarissimo”.
Proprio in questi buchi si inserisce la sceneggiatura, nella quale Chuck Collective si prende la libertà si “sistemare” molte leggende in un ordine di guerrieri e all’interno di una lotta secolare per evitare l’invasione dell’isola. Cioè il passaggio da mito a mitologia.
Era almeno dalla prima stagione di Freaks che non compariva sulla rete italiana un prodotto visivamente così accattivamente e così preciso nell’inquadrare un genere (e anche così anglosassone nello stile), sapendo giostrare bene quel necessario bilanciamento tra adeguamento alle convenzioni di un tipo di racconto (in questo caso la zombie story contemporanea, si veda l’inizio con la strada deserta) e espressione di una propria visione originale.
Non è però detto che Ischidados finisca necessariamente online: “Era la nostra prima idea, poi ci siamo accorti che potrebbe andare anche in televisione” e sarebbe una sorpresa non da poco se un contenuto simile trovasse spazio e posizione all’interno del sistema televisivo italiano!
Di certo Chunk Collective non ha intenzione di lavorare con budget zero, ma di cercare prima dei finanziamenti, motivo per il quale ha messo online questo pilota, per avere qualcosa da mostrare ai possibili investitori e/o distributori. Nel caso non se ne trovassero di disposti ad investire in una forma originale di adattamento delle grandi mitologie da serie tv straniera, visto anche il successo che sta riscuotendo su YouTube, l’altra opzione sarebbe una campagna di crowdfunding alla maniera di Dylan Dog – Vittima degli eventi.
È certo che qualora la serie riuscisse a mantenere questo tono a metà tra Last of us, The Walking Dead e qualcosa che non avevamo ancora visto (la rivisitazione avventurosa dei racconti popolari italiani) non sarebbe azzardato posizionare la produzione nell’empireo degli esempi migliori di attivismo online. Produrre con aggressività idee divergenti rispetto alla massa, dimostrando così che un altro mondo non solo può esistere ma di fatto esiste.