Sempre all'ombra dell'iPhone, mai un passo indietro. Perché, proprio come nel caso dello smartphone della mela, se oggi nel mondo i tablet sono così diffusi è in gran parte grazie ad Apple. E se da un lato l'iPad non può contare sulla mole di vendite del fratello più piccolo, dall'altro non è mai stato oggetto di ripensamenti da parte dell'azienda di Cupertino, che nel settore ha comunque ormai pochi rivali: l'unico vero concorrente è il Surface Pro di Microsoft, il cui approccio lo distanzia però dalla categoria posizionandolo in una sorta di limbo tra i tablet e i portatili. Uno spazio grigio che anche Apple ha deciso di invadere con il modello Pro presentato lo scorso anno, ma con un approccio diverso: l'iPad resta sempre quello – almeno nelle forme, ma non nelle dimensioni – mentre ciò che cambia quasi non si vede. Eppure conta, molto. Basterà? Quest'anno, forse, potrebbe superare ogni aspettativa.
Nel corso dell'ultima WWDC Apple ha presentato due nuovi modelli di iPad Pro: un aggiornamento della versione dotata di schermo da 12,9 pollici e un nuovo modello con display da 10,5 pollici, che di fatto va a sostituire quello da 9,7 pollici lanciato lo scorso anno sempre sotto la dicitura "Pro". A guardarli sembrano semplicemente iPad: le forme sono per lo più simili a quelle dello scorso anno e, più in generale, a quelle che caratterizzano gli iPad degli ultimi anni. L'unico vero cambiamento di design coinvolge il modello da 10,5 pollici, solo leggermente più grande del classico 9,7; questo perché la maggiore dimensione del display è stata controbilanciata da una riduzione dei bordi, consentendo di mantenere dimensioni ridotte nonostante l'aumento dei pollici. La versione da 12,9, invece, è pressoché identica a quella del 2017.
La fotocamera da 12 megapixel è la stessa presente su iPhone 7, i 4 speaker laterali continuano a garantire un suono potente e il nuovo Touch ID è lo stesso (veloce) presente sugli ultimi modelli di smartphone della mela. Le rivoluzioni più importanti, però, sono quelle che si nascondono sotto al cofano. Due le principali: lo schermo True Tone dotato di frequenza di aggiornamento a 120Hz e il nuovo processore A10X Fusion. Il primo è una gioia per gli occhi e se da un lato la tecnologia True Tone modifica il colore dello schermo in base alla luce presente nella stanza in cui ci si trova, dall'altro quella ProMotion garantisce animazioni e movimenti fluidi e, soprattutto, intelligenti: il sistema può passare dinamicamente da 24Hz a 120Hz a seconda della situazione, preferendo una bassa frequenza di aggiornamento nel caso di un'immagine fissa e aumentando al massimo il refresh quando si guarda un video o si visualizza una pagina web piena di contenuti. Il risultato è un'esperienza veloce e priva di lag, ma che soprattutto va a braccetto con l'utilizzo dell'Apple Pencil, che grazie a questo sistema raggiunge un input lag di appena 20 millisecondi, uno in meno rispetto alla stilo utilizzata sul Surface Pro. Lo schermo è anche il 50 percento più luminoso rispetto a quello del modello precedente, fino a 600 nits.
Ma ciò che discosta i nuovi iPad Pro dai semplici iPad è la potenza di calcolo garantita dal processore A10X Fusion. È qui che, forse per la prima volta, l'iPad dimostra di poter davvero competere con i laptop per quanto riguarda il lavoro pesante. D'altronde i primi benchmark lo hanno già dimostrato: il nuovo iPad Pro è un mostro di potenza e basta metterlo alla prova con qualche app di ritocco fotografico o editing video per rendersene conto. Il passaggio da un'app all'altra e la gestione di file pesanti non intacca minimamente la reattività del tablet, che resta sempre pronto a scattare ad ogni gesto. Per far splendere davvero l'iPad Pro, a seconda dell'utilizzo che se ne intende fare, servono però due elementi: l'Apple Pencil (109€) e la Smart Keyboard (179€). Soprattutto con la seconda l'esperienza si completa perché va ad eliminare l'ingombrante tastiera a schermo che a volte può dare fastidio, soprattutto nel multitasking. Soprattutto in iOS 11. Ma qui arriva il punto dolente.
L'iPad Pro è il primo tablet della mela ad avvicinarsi alle possibilità offerte da un portatile, ma per il momento rappresenta una sorta di macchina senz'anima. O almeno senza la sua, cioè quella pensata appositamente per questo compito, che arriverà solo in autunno: è iOS 11, il prossimo aggiornamento del sistema operativo che quest'anno sembra abbracciare in particolare modo proprio gli iPad e, ancor più particolarmente, i modelli Pro. Già, perché le novità sono molte e tutte estremamente importanti, partendo dal dock delle app sempre richiamabile effettuando uno swipe verso l'alto dal bordo inferiore ad un nuovo – e attesissimo – sistema di gestione dei file condiviso da tutte le app, passando per innumerevoli novità relative al centro di controllo, al menu delle notifiche e ad un multitasking rinnovato e sempre più funzionale. Ma anche il drag & drop che consente di prendere un elemento in un app, chiuderla, passare tramite il multitasking ad un'altra app e depositare il contenuto all'interno di quest'ultima. Tutte funzioni utili e che, come detto poco sopra, spesso cozzano con la presenza di una tastiera a schermo; da qui la necessità, o per lo meno la comodità, di averne una fisica collegata allo schermo.
Per il momento, versioni beta a parte, l'iPad Pro resta però una bestia di potenza non ancora sfruttata appieno. Introducendo iOS 11 nell'equazione, invece, la situazione cambia, ma quanto? L'iPad Pro è davvero in grado di sostituire un computer portatile? La risposta ricade in quella zona grigia citata ad inizio articolo: non si può dire che sia un semplice tablet né che sia un portatile in tutto e per tutto. La potenza, la qualità dell'esperienza e le possibilità offerte sono nettamente più alte rispetto ad un tablet classico, ma le limitazioni di un sistema operativo, anche "aperto" come lo sarà iOS 11, si notano in molti aspetti più "professionali". Detto questo, di certo l'iPad Pro riesce ad inserirsi nei processi creativi in maniera molto più utile di quanto abbiano fatto gli altri iPad finora. Che sia il bozzetto di un'illustrazione da convertire poi in un progetto Photoshop su Mac, un editing video preliminare da importare in Final Cut o gli aggiustamenti ad un progetto 3D su CAD, l'iPad Pro non si fa problemi dal punto di vista della gestione. Se si vuole fare un passo oltre, però, le limitazioni cominciano a sentirsi. Non siamo ancora arrivati alla sovrapposizione di tablet e portatili, ma ci siamo quasi.