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Il paywall del New York Times è costato 25 milioni di dollari

Alla Columbia University, Arthur Sulzberger Jr., presidente ed editore del New York Times, smentisce che il paywall sia costato 40-50 milioni di dollari. Tuttavia la cifra più veritiera per i costi del paywall, si attesterebbe sui 25 milioni di dollari.
A cura di Giovanna Di Troia
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Alla Columbia University, Arthur Sulzberger Jr., presidente ed editore del New York Times, intervistato da  Bill Grueskin, insiste che la stima di 40 milioni di dollari per la costituzione del paywall digitale del quotidiano statunitense, riportata da Bloomberg, è “notevolmente sbagliata”. “I’m happy to tell you it’s vastly wrong, it was much less. Don’t use that number. It’s not accurate”. Queste le parole pronunciate da Sulzberger per smentire i 40-50 milioni di dollari di spesa per il paywall, ma non ha aggiunto altro, né specificato dati o percentuali, non si è sbilanciato minimamente.

Ma al di là dell’intervento specifico di Arthur Sulzberger, e il non pronunciarsi degli altri dirigenti del New York Times, che nel paidContent 50 (l'elenco delle aziende di media digitali di maggior successo negli Stati Uniti) si piazza al ventisettesimo posto per entrate pari a 390 milioni di dollari, la cifra più veritiera per i costi del paywall, si attesterebbe sui 25 milioni di dollari.

Per il New York Times, la maggior parte dei costi si è concentrata nel 2010 e all'inizio del nuovo anno e comprendono per lo più lo sviluppo, inclusa la nuova piattaforma di e-commerce, sistemi legacy, ricerca e marketing.

Un terzo dei 35 milioni di dollari dell'azienda, facenti parte delle spese del 2010, è stato utilizzato per il sistema “meter” in cui il pagamento della quota mensile viene richiesto solo agli utenti che superano la soglia dei 20 articoli alle pagine web del quotidiano. E secondo la relazione annuale del 2010, i costi previsti dall’azienda per l’anno 2011, che coprono una fascia che va dai 45 milioni di dollari ai 55 milioni di dollari, devono essere utilizzati per iniziative digitali. In questa lista la società prevede anche lo sviluppo del BostonGlobe.com e il modello di pagamento ibrido del Boston Globe, il cui lancio è previsto quest'anno. Tuttavia nel bilancio previsionale dell’azienda relativo al 2011 non rientrano tutte le spese relative ai lanci che appartengono al marketing, ma almeno la metà, o poco più sono per il digitale.

Comunque, è proprio il caso di dirlo, è da mettere in conto anche la combinazione di risorse legacy che devono essere incorporate per la circolazione, fatturazione e servizio cliente, la necessità di gestire grandi database comprendenti sia gli abbonati alla versione cartacea che gli utenti registrati online, coordinando l'accesso attraverso dispositivi multipli, formati e piattaforme, ed il tutto costa decine di milioni di dollari.

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