Potrebbe sembrare uno scenario degno di Minority Report, ma in realtà è quando emerso da una ricerca commissionata da Ricoh e condotta da Coleman Parkes: i dipendenti pubblici sono ormai convinti che entro i prossimi venti anni, gli uffici pubblici saranno dotati di tecnologie innovative che rivoluzioneranno il concetto di lavoro dei nostri giorni.
E non si parla di computer e applicazioni avanzati, ma di droni, robot e sistemi per la realtà aumentata che, uniti a una serie di trasmettitori sensoriali, consentiranno di trasferire dati audio e video direttamente dal cervello convertendoli in segnali elettronici.
La maggioranza dei dipendenti pubblici che hanno partecipato al sondaggio, è convinta che un tale cambiamento sia realmente possibile, ma che difficilmente si manifesterà nei prossimi 5-10 anni. E' dello stesso parere anche Carsten Bruhn, Executive, Vice Presidente di Ricoh Europe, che ha commentando lo studio: "Non c'è dubbio sul fatto che in futuro il posto di lavoro nel Settore Pubblico sarà molto diverso da quello di oggi, dal momento che vi saranno nuovi modi di comunicare e di ricevere informazioni." – ha spiegato Bruhn – "Il futuro in cui la realtà aumentata darà ai dipendenti nuove possibilità è molto vicino. Come messo in evidenza dagli stessi dipendenti, vi sono però alcuni percorsi obbligati da intraprendere prima che il settore possa trarre valore dalle future innovazioni. Ad esempio è necessario completare la digitalizzazione dei processi di business e rivedere le modalità con cui i dipendenti accedono alle informazioni. Lo studio mostra che un terzo delle organizzazioni del settore non si avvale di piattaforme per la collaborazione interna e anche la funzionalità follow-me printing e le soluzioni basate sul web per organizzare meeting sono sottoutilizzate".
Nonostante sia solo l'inizio, anche la Commissione Europea ha messo in atto una serie di iniziative per ottimizzare le interazioni digitali e spingere il settore pubblico verso una veloce evoluzione tecnologica: lo scopo è quello di incrementare – entro il prossimo anno – l'utilizzo dei servizi governativi digitali del 50 percento per i cittadini e dell'80 percento per le imprese del Vecchio Continente.
Il Vice Presidente di Ricoh ha aggiunto inoltre che "oltre ad accelerare la digitalizzazione nel Settore Pubblico, le direttive europee consentiranno in futuro di sviluppare servizi per i cittadini più efficaci. Un ambiente di lavoro caratterizzato da tecnologie per la collaborazione e l'interattività sempre disponibile aumentano la produttività interna e l'efficacia delle comunicazioni con i cittadini. Le tecnologie agevolano le organizzazioni del Settore Pubblico che stanno cercando di aumentare l'efficienza e di migliorare i servizi ai cittadini. Il punto di svolta potrebbe essere il 2034, anno in cui il posto di lavoro tecnologicamente evoluto potrebbe essere una realtà. Sarà l'inizio di una nuova era in cui innovazioni, quali i comandi che si attivano con il pensiero, diventeranno la normalità".
Il sondaggio online è stato condotto a giugno 2014 e ha coinvolto 2.200 dipendenti (provenienti da Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Paesi Scandinavi) di aziende operanti in 8 settori di mercato, tra cui Istruzione, Settore Legale, Utilities/Energia, Sanità, Settore Pubblico, Retail, Settore Manifatturiero e Servizi Finanziari.
A prescindere da quelle che potrebbero essere le reali rivoluzioni tecnologiche che cambieranno sostanzialmente il settore pubblico, è chiaro che l'introduzione di nuove tecnologie migliorerebbe la condivisione delle informazioni e ottimizzerebbe l'efficacia delle comunicazioni, portando un significativo beneficio allo svolgimento complessivo delle attività di lavoro: uno scenario futuristico, che però dovrebbe fare i conti con costi, sicurezza e burocrazia. Fattori ancora troppo rilevanti nella gestione dell'attività pubblica, che dovrebbero far tornare tutti con i piedi per terra.