Il sorpasso…di Huffington Post sul New York Times
Nel Dicembre 2009, secondo una ricerca condotta dal Los Angeles Time, i dati relativi al superblog e testata giornalistica online The Huffington Post, fondato nel 2005 da Arianna Huffington, Kenneth Lerer e Jonah Peretti, erano di circa 9 milioni di visitatori unici al mese con un incremento del 27% rispetto all'anno precedente e gli introiti pubblicitari erano stimati intorno ai 12 e i 16 milioni di dollari. Il superblog, come è definito oggi, si occupa di politica, tecnologia, attualità, intrattenimento, e nasce come aggregatore di notizie.
Dopo l’acquisizione da parte di AOL (America Online) nello scorso a Febbraio, per 315 milioni di dollari, e lo sbarco annunciato in estate in Europa con il lancio dell’edizione nel Regno Unito, sono stati diffusi i dati relativi al traffico sul sito nel mese di Maggio che hanno mostrato lo storico sorpasso in America sul New York Times, quasi non sembra vero. Invece nel mese di Maggio i visitatori unici di Huffington post sono stati 36,6 milioni contro il 33,6 del NYT, con un incremento del sito fondato da Arianna Huffington di 6 milioni in più rispetto al mese di Aprile (erano stati 29,9 milioni).
Continua dunque la diffusione e il successo delle testate online che si espandono e mettono in difficoltà quelle tradizionali. Il New York Times aveva già avuto qualche problema nel 2005, con l’inaugurazione del Time Select, ritirato nel 2007 con la giustificazione che la vendita di pubblicità online sulle pagine accessibili a tutti avrebbe reso di più in termini economici che l’abbonamento. Dopo pochi anni, e soprattutto dopo una crisi economica senza precedenti per la stampa americana, si stanno rivedendo quelle scelte. E’ stata lanciata una nuova versione online a pagamenti del giornale, sono cambiate le tariffe, molto più costosa oggi la consultazione che nel passato (da 50 dollari all’anno a 455 dollari); però si possono leggere alcuni articoli gratuitamente, circa 20 al mese, e anche di più per chi segue i link via Facebook e Twitter. Non si vuole ripetere l’esperienza del Times di Londra che, dopo aver lanciato nel giugno scorso il paypall, ha cambiato sito ed ha visto crollare le visite di circa il 90%, il modello delle news a pagamento sconta una lunga tradizione di insuccessi. A cambiare rispetto al 2007 sono state però anche il peso dell’Internet mobile, la diffusione dei tablet e smartphone e le tariffe.
La storia di Huffington Post
“The Huffington Post” fu creato nel 2005 con un investimento iniziale di un milione di dollari e ha giocato un ruolo importante anche nell'elezione del presidente Barack Obama. L’accordo con Aol ha consentito al sito di avere nuovo pubblico e si fa sempre più vicina l’ambizione di arrivare a 100 milioni di visitatori unici al mese negli Stati Uniti. Infatti la testata, formata da un gruppo di giornalisti pagati e un ampio numero di collaboratori e blogger che scrivono per ottenere visibilità (il cosidetto servizio del citizen journalism o giornalismo "dal basso"), ha ospitato nel corso del tempo interventi di grandi personalità politiche americane come Barack Obama, Hillary Clinton, Nancy Pelosi e del mondo dello spettacolo e della cinematografia come Michael Moore, Madonna, Larry David e Nora Ephron.
Anche se il New York Times ha registrato un incremento, visto che in Aprile i contatti sono stati 32,9 milioni, l’informazione online vede comunque al primo posto negli USA Yahoo News (90,3 milioni di contatti), seguito da Cnn (82,3 milioni). Dunque la scelta del NYT del sito a pagamento può aver ampliato i ricavi ma ha frenato l’espansione nel settore dell’informazione online…
Ciò che ha reso celebre e diffuso l’Huffington Post è stata la creazione della community online intorno alla testata digitale; milioni di utenti che, grazie alla possibilità di interagire sui social media come Facebook e Twitter, lasciano commenti ai post pubblicati sul superblog, digitano “Like” per gli articoli più interessanti, condividono e amplificano così i contenuti in una rete di rimandi e “retweet” incrociati. Aol, dopo l’acquisizione, in una nota riportava “Si sta creando la compagnia americana di prossima generazione nel campo dei media, unendo contenuti, community ed esperienze sociali degli utenti. Insieme le nostre compagnie affrontano il futuro digitale aprendo nuove strade per consumatori e inserzionisti". Arianna Huffington ha commentato "L’operazione ci permetterà di realizzare la nostra visione alla velocità della luce, come saltare giù da un treno veloce per salire su un jet supersonico, anche se la destinazione finale sono sempre i lettori” assicura.