In Europa gli artisti guadagnano più con Spotify che con iTunes
Da Kobalt Music Publishing, società che aiuta a raccogliere i diritti musicali di numerosi artisti come Bob Dylan, Maroon 5, Dave Grohl, Paul McCartney, Max Martini, Eddie Vedder, Gwen Stefani e moltissimi altri, arrivano i dati aggiornati circa le royalty raccolte nel corso del primo trimestre del 2014. Secondo i dati diffusi da Kobalt Music Publishing, gli artisti hanno guadagnato tramite Spotify il 13% in più rispetto a quanto hanno fatturato con iTunes. Una notizia che va ad evidenziare un nuovo trend per il mercato della musica digitale. Come viene sottolineato dal report della società Kobalt, gli utenti europei stanno prediligendo lo streaming al download, un dato che risulta in sintonia anche con la recente indagine realizzata da Samsung Techonomic Index sull’utilizzo della musica digitale da parte della popolazione italiana che sottolinea come il 33% degli italiani preferisce ascoltare musica in streaming al download dei brani che invece è utilizzato ancora dal 29% degli italiani.
Un inversione di tendenza rispetto al terzo trimestre 2013 dove era stato evidenziato che iTunes aveva superato del 32% i ricavi provenienti da Spotify. Le statistiche riportate dalla società Kobalt Music Publishing naturalmente non riguardano tutti gli artisti presenti su Spotify ma confrontando i dati rilasciati con le informazioni diffuse nei giorni scorsi dal Wall Street Journal, che ha evidenziato un calo del 14% per iTunes rispetto allo scorso anno, è facile intuire che il trend è questo. Vedremo ora come si muoverà Apple per ridurre il gap nei confronti del servizio di streaming Spotify considerando anche l'acquisizione della società Beats che potrebbe riservare grandi sorprese nel corso del 2015. Nel frattempo il CEO della Kobalt Music Publishing Willart Ahdritz commenta così i risultati: "Il sorpasso di Spotify su iTunes in Europa è un risultato importante per lo streaming. L'infrastruttura dell'industria musicale sta però vanificando i risultati, incapace di valutare gli enormi volumi di dati dalle transazioni digitali".
