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In Svezia il canone TV si paga da oggi anche per smartphone e tablet

Il paese nordico sceglie di estendere la tassa per la televisione di stato a qualsiasi apparecchio in grado di riprodurre il flusso video, a prescindere che sia una tv, un cellulare oppure un tablet. Una decisione che potrebbe presto superare i confini svedesi.
A cura di Angelo Marra
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Ricordate qualche mese fa la querelle sul canone Rai, che in un'interpretazione della legge vigente poteva essere esteso anche a qualsiasi tipo di apparecchio in grado di riprodurre il segnale, quindi anche computer, smartphone ecc? La sola ipotesi di estendere la tassa anche ad apparecchi non televisivi aveva scatenato un vero e proprio putiferio, con gli utenti italiani pronti a dare battaglia. La vicenda si è poi conclusa con un chiarimento, ovvero il canone è destinato solo a chi possiede una tv, ma le notizie che provengono dalla Svezia rischiano di rimettere tutto in discussione.

Se il paese nordico viene da sempre indicato come modello di modernità ed efficienza va anche ricordato che è tra quelli con il maggiore peso fiscale sui cittadini, non stupisce perciò la recente decisione di estendere il canone della tv di stato anche a smartphone e tablet, includendo quindi qualsiasi device sia in grado di trasmettere il segnale. Si tratta di un obolo di un certo peso, molto più alto di quello che siamo abituati a pagare in Italia, 246 euro all'anno contro i nostri 113 circa, anche se va considerato che con questo esborso la visione del canale è priva di qualsiasi interruzione pubblicitaria (non come da noi). Naturalmente la tassa va pagata una sola volta, a prescindere dal numero di apparecchi posseduti, ma per la prima volta saranno colpiti anche coloro che utilizzano mezzi alternativi all'apparecchio televisivo per guardare la Sveriges Television o ascoltare la Sveriges Radio.

La Svezia è quindi il primo paese a prendere seriamente in considerazione l'ipotesi, tutt'altro che remota, che la tv tradizionale sia ormai alla fine della sua storia e che man mano verrà sostituita nel suo utilizzo da apparecchi più evoluti che non possono certo sfuggire al pagamento della tassa tanto odiata (almeno da noi). Una decisione che potrebbe spingere gli altri governi europei a discutere di progetti analoghi per venire incontro a quella che sembra l'inevitabile evoluzione dell'entertainment domestico.

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