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Opinioni

Indiegogo per il cinema, le novità della piattaforma vengono incontro ai film

La piattaforma n.2 per il crowdfunding apre a 15 campagne relative a film la sua opzione Forever Funding. Sempre di più i produttori vogliono chiedere i soldi direttamente al pubblico.
A cura di Gabriele Niola
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Tutti conoscono Kickstarter da quando è diventato sinonimo internazionale di crowdfunding (come l’iPod per anni è stato sinonimo di “lettore mp3” presso i meno edotti), meno conoscono Indiegogo, la piattaforma n.2 del mercato che tuttavia è decisamente più dinamica, inventiva e incline a cercare di dare una forma a cosa sia il crowdfunding. Mentre infatti Kickstarter è graniticamente fissa sulle sue regole e i suoi paletti, Indiegogo ha da tempo diverse tariffe per diversi tipi di raccolte. In particolare una sarà rivolta ai film, ambito in cui in molti vorrebbero che il crowdfunding diventasse la regola per la produzione di un certo tipo di film (quelli a medio-budget) che Hollywood considera da qualche anno “non profittevoli” e quindi non fa più.

Mentre Kickstarter pone come condizione per l’utilizzo dei soldi raccolti che il totale raggiunga la quota stabilita inizialmente (altrimenti ognuno riprende quel che aveva donato e non se ne fa nulla), Indiegogo da tempo consente di usufruire dei soldi raccimolati anche senza raggiungere l’obiettivo, alla stessa maniera da Settembre la piattaforma ha annunciato il Forever Funding cioè la possibilità di non mettere una data di scadenza alla campagna (cosa fino ad oggi obbligatoria) e continuare a raccogliere ad oltranza.
Nel tentativo di avvicinarsi alle produzioni cinematografiche la piattaforma (che da un po' ha anche un account twitter dedicato solo alle campagne per il cinema) ha annunciato che un primo pacchetto di 15 raccolte fondi legate al cinema potrà usufruire di quest’ultima opzione, anche se non è ancora chiaro quali siano.

Sulla piattaforma infatti sono diverse le pellicole che chiedono o hanno chiesto fondi, si va dal nuovo film di Dario Argento a Dylan Dog Vittima degli eventi fino al sequel di Iron Sky (il cui primo film era finanziato da internet solo per il suo 7%). Di certo usufruiranno delle nuove possibilità del Forever Funding allargato ai film le campagne di Gosnell, con 2 mln di dollari la raccolta di maggior successo della storia di Indiegogo (se si considerano solo i film), Pure Pwnage Teh Movie, The Shift e Penumbra.
Tuttavia l’impressione è che lentamente la piattaforma voglia allontanarsi dallo spirito originario del crowdfunding e arrivare da un’altra parte.

In diversi settori e specialmente nel cinema hollywoodiano (settore nel quale la produzione si concentra o su budget immensi o su opere indipendenti fatte con pochissimo senza aver più spazio per il medio budget) c’è infatti grande richiesta per sistemi di produzione alternativi. La tecnologia digitale ha risolto il problema dell’abbattimento di costi dell’hardware per girare, i software hanno risolto quello della postproduzione, internet quello della distribuzione, ora per diventare totalmente indipendenti manca solo l’ultimo tassello: “dove trovare i soldi”. Ci è riuscito e ci sta riuscendo per un pugno di casi eletti il crowdfunding (ma bisogna essere già famosi oppure avere a che fare con un tema o personaggio noto, altrimenti è quasi impossibile farsi notare) e ora Indiegogo vuole piegarne i meccanismi per cercare di farlo diventare la modalità in cui anche produttori professionisti reperiscono i capitali.

Non sfugge a nessuno infatti come il crowdfunding sia sostanzialmente (almeno per la parte filmica) una sorta di “prevendita”: si paga in anticipo ciò per il quale solitamente si paga in seguito. Sia la copia del Blu-Ray o una serie di memorabilia o il merchandising, il crowdfunding sfrutta i prodotti accessori oltre a quello principale per cominciare a monetizzare il film prima che esso esista. Sarebbe un modo non troppo diverso da quello cui sono abituati i produttori, uno a loro abbastanza noto, solo spostato nel tempo. Ad essere onesti poi ci sarebbe da raccontare di come George Lucas finanziò il primo Guerre Stellari prevendendo i pupazzetti dei personaggi, prima ancora che qualcuno avesse visto un solo fotogramma…

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