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Internet la chiave dell’economia del futuro

Il rapporto McKinsey certifica il peso sempre maggiore della rete nelle economie più sviluppate, con un contributo crescente nel prodotto interno lordo dell’intero pianeta. Ad oggi secondo la società americana il web ha già conquistato nella produzione interna un peso maggiore rispetto all’agricoltura, e non è che una piccola parte delle potenzialità che verranno sviluppate in un futuro sempre più vicino.
A cura di Angelo Marra
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Il futuro dell'economia sarà la rete. La certificazione di uno scenario ormai prevedibile arriva da una delle più autorevoli società di consulenza manageriale a stelle e strisce, la McKinsey, che ha calcolato in un rapporto il peso che la rete e sta avendo nelle prodotto interno lordo dei paesi maggiormente sviluppati. Oltre alle nazioni del G8 considerate le più avanzate, grazie all'ampia penetrazione interna del web sono state incluse nell'elenco anche Brasile, Corea del Sud, Svezia, Cina e India. Quattro sono stati i parametri di valutazione scelti dalla società per valutare l'apporto di internet nelle economie dei paesi: Consumi privati, Investimenti privati, Spesa pubblica e Trade Balance (Bilancia Commerciale).

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Come appare nel grafico, l'utilizzo della rete ha influenzato non poco le produzioni nazionali, con un contributo nel 2009 di ben 1672 miliardi di dollari. È possibile notare comunque che la stragrande maggioranza dell'utilizzo della rete riguarda ancora il consumo privato, il che lascia immaginare quanto ancora sia possibile investire (soprattutto per le imprese), laddove la rete diventi un bene garantito per tutti e a costi più accessibili.

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Secondo McKinsey, il peso di internet è in tale crescita che attualmente se venisse considerato come un settore produttivo a sé stante contribuirebbe alla produzione del P.I.L. dei paesi analizzati in maniera maggiore rispetto a comparti tradizionali come l'agricoltura e il settore minerario.

Tutto questo peso deriva innanzitutto dallo sviluppo di vecchie e nuove imprese grazie agli strumenti che il web ha messo a disposizione di aziende consolidate o di giovani startup. I dati dimostrano una crescita doppia nelle nazioni dove la penetrazione di internet è stata maggiore, ma il contributo della rete infatti non si è limitato nell'ottimizzare ed implementare i comparti nei quali è stato integrato; da solo il mondo del web ha generato oltre un milione di nuovi posti di lavoro, con picchi in Gran Bretagna e Svezia dove la web economy da sola vale ben il 6% del P.I.L.. In Italia la situazione non è altrettanto florida e la rete si piazza soltanto al 2%, dato che se da una parte fotografa una condizione di pesante arretratezza del nostro paese, dall'altra lascia presagire spazi di crescita ancora vastissimi.

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