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iPhone, l’errore 53 blocca gli smartphone riparati dai centri non autorizzati

Avete fatto riparare l’iPhone in un centro non autorizzato? Una funzione di iOS 9 potrebbe bloccare completamente il vostro smartphone, costringendovi a portarlo in un Apple Store e a pagare una sostituzione forzata.
A cura di Marco Paretti
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Apple iPhone batteria

Avete fatto riparare l'iPhone in un centro non autorizzato? Una funzione di iOS 9 potrebbe bloccare completamente il vostro smartphone, costringendovi a portarlo in un Apple Store e a pagare una sostituzione forzata. È l'ultima decisione dell'azienda di Cupertino, che nel corso delle ultime ore ha sollevato un gran numero di critiche da parte degli utenti. In breve, in seguito ad una riparazione effettuata in un centro non autorizzato gli smartphone della mela hanno sempre funzionato senza problemi, ma iOS 9 ha introdotto un controllo che, in caso di riparazioni svolte da terze parti, blocca irrimediabilmente il dispositivo.

L'errore 53 sta diventando un vero e proprio incubo per gli utenti che si sono trovati a far riparare il device in un centro non ufficiale. O che sono stati obbligati a farlo, come il reporter Antonio Olmos, che durante un reportage sulla crisi dei rifugiati si è ritrovato con lo schermo del proprio iPhone rotto. Per forza di cose è stato costretto a farlo riparare da terze parti, per poi scoprire che iOS 9 gli aveva bloccato il dispositivo, costringendolo a pagarne la sostituzione in un Apple Store. La causa di questo problema è dovuta ad un controllo introdotto con l'ultimo aggiornamento di iOS sulla connessione tra il sensore per le impronte digitali TouchID e Secure Enclave, il chip dedicato alla sicurezza.

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Ogni iPhone è caratterizzato da una connessione unica e non modificabile tra sensore e chip, un elemento che consente allo smartphone della mela di garantire una sicurezza di alto livello e, soprattutto, di impedire l'estrazione delle informazioni sulle impronte digitali contenute all'interno del device. Andando a sostituire lo schermo si sostituisce anche il sensore TouchID, ma se la procedura viene effettuata da terze parti non è possibile procedere all'accoppiamento del nuovo sensore con il chip, elemento che porta al famigerato errore. Un problema spinoso, perché il Secure Enclave rappresenta il cuore della sicurezza degli iPhone e una falla nella connessione tra i due dispositivi potrebbe mettere a repentaglio i nostri dati. Senza connessione verificata, iPhone non potrebbe garantire un livello di sicurezza adatto a gestire impronte digitali e pagamenti digitali tramite Apple Pay.

"Prendiamo seriamente la sicurezza dei nostri utenti e l'errore 53 è il risultato dei controlli effettuati per proteggerla" ha spiegato Apple in una nota. "iOS controlla che il sensore nel vostro iPhone o iPad sia correttamente associato agli altri componenti. Se viene individuata una mancata corrispondenza, il TouchID viene inibito. Questa misura è necessaria per proteggere il vostro dispositivo e prevenire l'utilizzo di un sensore fraudolento". Ad oggi, quindi, ogni riparazione effettuata da un rivenditore non autorizzato può comportare l'errore 53 e, di conseguenza, l'obbligo di riparazione in un Apple Store. Anche per una semplice crepa sullo schermo: la stessa Apple ha ammesso che anche i display difettosi possono portare all'errore 53.

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Errore che comporta quindi una riparazione ufficiale decisamente costosa: circa 300 euro per riottenere il proprio dispositivo funzionante. Eppure da nessuna parte Apple specifica che gli utenti sono obbligati ad utilizzare il supporto ufficiale pena l'inibizione del device. Da sempre, questo sì, l'azienda di Cupertino invalida la garanzia in caso di riparazioni non ufficiali, ma da qui a rendere inutilizzabile l'iPhone c'è una bella differenza. E persino la "scusa" della sicurezza vacilla: Apple non ha chiarito perché un problema con il sensore delle impronte digitali dovrebbe bloccare completamente il dispositivo, quando basterebbe limitare la funzione di sblocco tramite impronte. A quel punto starebbe all'utente decidere se andare o meno a riparare il device in un Apple Store.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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