Sendhil Mullainathan, un professore di economia dell'Università di Harvard, ha da poco pubblicato uno studio basato su un concetto che siamo convinti non risulterà nuovo a molti, nel quale parla di un'interessante correlazione tra il lancio di una nuova generazione di iPhone e la lentezza di funzionamento percepita dagli utenti che utilizzano i vecchi dispositivi.
Premettendo che si tratta di una ricerca assolutamente non complottista, non volta a puntare il dito contro l'azienda di Cupertino, e che con il suo studio il professore Mullainathan ha tentato di mettere in evidenza l'importanza della razionalità dei consumatori in determinati periodi del mercato, la studentessa Laura Trucco – prendendo spunto proprio dalla pubblicazione del professore di Harvard – ha utilizzato i dati statistici di Google Trends per analizzare i momenti in cui vengono effettuate più ricerche utilizzando la chiave "iPhone slow", scoprendo che nell'intero arco dell'anno gli utenti effettuano questa tipologia di ricerca proprio in corrispondenza del lancio della nuova generazione dello smartphone di Cupertino.
La stessa ricerca è stata effettuata utilizzando la chiave "Samsung Galaxy slow", ma i risultati ottenuti dalla studentessa sono del tutto diversi: nonostante il termine di ricerca sia stato utilizzato con più frequenza nel corso degli anni, in corrispondenza del lancio della nuova generazione del top di gamma di Samsung non si è mai verificato un aumento importante.
Un risultato interessante, che ha incuriosito il professore Mullainathan, non ancora in grado di spiegare scientificamente questa sostanziale differenza tra Android e iOS, ma convinto che il colosso di Cupertino potrebbe avere sia i motivi (aumentare le vendite del suo nuovo prodotto) che i mezzi (il totale controllo del sistema operativo) per rallentare le prestazioni dei suoi smartphone più datati, a differenza di Google e Samsung che viceversa non avrebbero le motivazioni e i mezzi per poterlo fare.
In effetti ci sarebbe anche da considerare il discorso frammentazione, un fenomeno che influenza soprattutto il sistema operativo di Google, caratterizzato da un piccolo 18 percento dell'utenza che utilizza l'ultima versione di Android, contro il 90 percento degli utenti iPhone che utilizzano l'ultima versione di iOS. Insomma, "qualsiasi rallentamento da un nuovo sistema operativo potrebbe essere naturalmente percepito maggiormente sull’iPhone" – ha dichiarato il professore – “Ci rimangono almeno due diverse interpretazioni dell’improvviso aumento di ricerche ‘iPhone slow’, una benigna e una cospirazionale”.
A prescindere dalle motivazioni perlopiù psicologiche che spingono gli utenti iPhone a effettuare questa tipologia di ricerca specifica proprio in concomitanza del lancio della nuova generazione, va comunque precisata la sostanziale differenza – a livello di sviluppo dell'OS e di produzione del dispositivo – che contraddistingue lo smartphone di Apple con un qualsiasi dispositivo Android: Apple è essenzialmente l’archetipo del successo del BYOD (Build Your Own Device) e grazie a un approccio bottom-up e allo sviluppo del sistema operativo in base all'hardware dei suoi dispositivi, gli smartphone e i tablet del colosso di Cupertino sono riusciti a farsi strada tra gli utenti grazie anche all'altissima ottimizzazione di iOS nonostante un hardware sulla carta meno prestante di quello utilizzato dai competitor Android: con il rilascio delle nuove versioni di iOS, che generalmente avviene in concomitanza con la presentazione della nuova generazione di iPhone, il sistema operativo di Cupertino introduce novità importanti – soprattutto a livello di codice di sviluppo – e perde (parte) della precedente ottimizzazione per la vecchia generazione di dispositivi.
Le aziende che producono dispositivi animati da Android invece, non hanno alcun controllo sullo sviluppo del sistema operativo, che in genere tendono a personalizzare utilizzando delle interfacce grafiche come la TouchWiz di Samsung o la Sense di HTC, ne tantomeno hanno controllo sulle strategie di rilascio dell'OS di Google.