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Jeff Bezos ha scelto Medium per pubblicare il post più importante della sua vita

Jeff Bezos ha pubblicato la sua denuncia verso il National Enquirer sulla piattaforma di blogging Medium, fondata da Evan William, già co-fondatore di Twitter. In tanti si stanno chiedendo perchè l’uomo più ricco del mondo (anche se ancora per poco), già proprietario del Washington Post, ha usato una piattaforma di blogging gratuita.
A cura di Francesco Russo
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medium blogging

La denuncia di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, mossa contro il National Enquirer, tabloid scandalistico molto vicino a Donald Trump, che sarebbe pronto a ricattarlo pubblicando sue foto nude sue e della giornalista Laura Sanchez sta, per ovvi motivi, facendo il giro del mondo. Ma c'è un particolare che sta destando molta attenzione e anche curiosità, ed è la scelta della piattaforma usata da Bezos per scrivere e far sapere a tutti quello che sta accadendo. Infatti Bezos ha pubblicato il suo lungo post, pieno di dettagli, sulla piattaforma di blogging Medium, fondata da Evan William, già co-fondatore di Twitter. In tanti si stanno chiedendo perché l'uomo più ricco del mondo (anche se ancora per poco), già proprietario del Washington Post, ha usato una piattaforma di blogging per fare una denuncia così importante. Avrebbe infatti potuto usare il suo giornale, ad esempio, ma che usasse Medium in una circostanza come questa è una scelta assai curiosa e la cosa, appunto, non è sfuggita a molti.

Jeff Bezos si trova a dover denunciare un brutto episodio di tentata estorsione da parte di un popolare tabloid come il National Enquirer, vicino alle posizione del "tycoon" Donald Trump, e lo fa non sfruttando le pagine del suo giornale, il Washington Post, ma usando addirittura una piattaforma di blogging.

Cos'è Medium, la piattaforma scelta da Bezos

Medium sin dal suo lancio, avvenuto nell'agosto del 2012, da sempre rappresenta un esempio di "social journalism" ed è stata fondata da Evan Williams, uno dei tre co-fondatori di Twitter. Nella posizione di Bezos chiunque avrebbe pensato che, per fare una denuncia così clamorosa, l'idea migliore fosse quella di usare un giornale amico, meglio se di proprietà, come è il caso del fondatore di Amazon. Ma l'uomo più ricco del mondo ha deciso di utilizzare Medium, piattaforma tra l'altro molto usata dalle personalità politiche come Hillary Clinton o Barack Obama. La storia di Medium è costellata di continui alti e bassi, in questi pochi anni è passata da una possibile chiusura a, invece, un possibile rilancio implementando anche una versione premium. Resta il fatto che non è stata mai davvero popolare.

In pochi minuti il post di Bezos ha collezionato migliaia di "applausi", l'equivalente dei like (introdotti nel 2017 al posto delle "raccomandazioni") superando i 100.000, si tratta di un risultato mai registratosi su Medium, al punto che potrebbe diventare il post con il più alto numero di applausi ma verificatosi nei suoi quasi sette anni di vita. Chiunque può realizzare il suo social magazine, la piattaforma resta gratuita, ma può sottoscrivere anche un accesso illimitato da 5 dollari al mese oppure da 50 dollari l'anno. Al 2017 la piattaforma contava oltre 60 milioni di lettori e i post pubblicati, sempre riferiti allo stesso anno, sarebbero quasi 8 milioni. Sempre nel 2017, Evan Williams annunciò il taglio di 50 dipendenti, circa un terzo del totale.

La denuncia di Bezos, per ovvi motivi, innescherà polemiche fiume e anche indagini per verificare il contenuto delle email, la provenienza, la provenienza delle foto. Insomma, tutto quello che si fa di fronte a gravi casi come questi. Un episodio che per sempre verrà ricordato come quello che venne reso noto proprio su Medium.

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