Il settore finanziario americano sembrerebbe sempre più preso di mira da diversi gruppi di hacker e pirati informatici provenienti dalla Russia e dall'Europa dell'Est. Ad ammetterlo è lo stesso Segretario al tesoro americano, che a seguito di un preoccupante e sofisticato attacco alla JPMorgan e a un'altra banca statunitense ha messo in evidenza gli enormi rischi legati a questa tipologia di attacchi informatici.
E' dello stesso parere la Iosco (International Organisation of Securities Commission), un'organizzazione composta da centoventi autorità dei mercati finanziari di tutto il mondo, secondo la quale gli attacchi hacker rappresentano un rischio sempre maggiore, che attualmente le autorità governative non stanno affrontando con l'approccio adeguato.
"Aziende della nostra dimensione sperimentano sfortunatamente cyber attacchi quasi ogni giorno", ha affermato JPMorgan, che ha continuato affermando che la banca è dotata "di varie linee di difesa per bloccare eventuali minacce e controlla costantemente i livelli di frode".
Una probabile ritorsione. Secondo quanto scrive la stampa statunitense infatti, l'FBI sarebbe ormai quasi certa che l'attacco dello scorso agosto possa provenire dalla Russia e molto probabilmente è legato all'intensificazione delle sanzioni contro la terra di Putin a seguito della crisi in Ucraina.
Una tesi plausibile che, per quanto possa sembrare cospirazionista è supportata dall'analisi della tipologia di attacco, che sarebbe molto sofisticato e difficilmente riconducibile all'attività di un normale hacker: non è un caso che sempre più esperti negli ultimi tempi stanno mettendo in allerta le autorità statunitensi per il continuo intensificarsi negli ultimi mesi di questa tipologia di attacco informatico.