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Klarna: nel nuovo e-commerce prima si riceve la merce, poi si paga

Si chiama Klarna, significa “trasparente” e si basa su un concetto tanto vecchio quanto geniale e aprirà le porte dell’e-commerce anche a quella fascia d’utenza che continua ad essere diffidente a questo tipo di compravendite, e che preferisce toccare la merce con mano prima di pagare.
A cura di Dario Caliendo
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E' nato da una startup svedese, è ormai diffuso in quindici Paesi  (Svezia, Germania, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Austria, Polonia, Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Belgio, Svizzera, Ungheria) e si basa su un'idea tanto banale quanto geniale, che rispolvera un concetto vecchissimo e lo riadatta al mondo del commercio elettronico: consentire al cliente di pagare la merce solo dopo averla ricevuta, assolvendosi i rischi di un'eventuale insolvenza. Il tutto è possibile grazie a un complesso algoritmo messo a punto dagli sviluppatori della piattaforma, in grado di valutare l'indice di rischio e prevedere – con un minimo margine d'errore – la credibilità dell'acquirente, impedendogli di acquistare qualsiasi tipologia di bene nel caso in cui il rischio superi il livello di accettabilità: nel momento della registrazione, gli utenti devono compilare un form nel quale vengono poste alcune domande relative all'identità e all'indirizzo di residenza, e il pagamento avviene all'emissione della fattura.

Non tutte le nazioni sono uguali. E l'algoritmo di Klarna ne tiene conto. Quando è stato lanciato in Svezia ad esempio, il portale valutava le compravendite basandosi su un fattore di rischio molto basso, ma iniziata l'espansione e diffusosi in paesi come l'Italia e la Germania, nei quali la propensione alle truffe è maggiore, gli sviluppatori della piattaforma hanno dovuto adattare il sistema e tararlo su altri valori. Il software sul quale si basa Klarna riesce a valutare ogni singolo cliente, verificando se ci sono stati precedenti tali da limitarne la credibilità e valutandone la solvibilità e, nel caso in cui rientri nei limiti, la piattaforma di e-commerce svolgerà un ruolo da mediatore e rischierà al posto del venditore, trattenendo ovviamente una percentuale dell'importo. Si tratta di un sistema molto simile a quello che da anni utilizza Paypal, ma a differenza della piattaforma finanziaria di eBay (che in effetti funge sì da mediatore, ma senza valutare singolarmente le transazioni), Klarna riesce a calcolare il fattore di rischio di ogni compravendita con pochissime informazioni.

I numeri parlano chiaro: duecentomila acquisti al giorno, venticinque milioni di utenti e  175.287.20 transazioni totali. Insomma, anni dopo il debutto del commercio eletrronico, dalla Svezia arriva la risposta agli scetticismi che hanno accompagnato l'e-commerce sin dalla sua alba dei tempi e ne apre le porte anche a quella fascia d'utenza che continua ad essere diffidente a questo tipo di compravendite, e che preferisce toccare la merce con mano prima di pagare: un modello di business vincente anche secondo il New York Times che, certo del successo che la startup svedete avrà anche negli Stati Uniti d'America, ne anticipa addirittura l'espansione globale.

Resterà però da valutare se il modello sul quale si basa Klarna sarà adattabile a tutte le realtà economiche e sociali, e riuscirà prevedere i rischi eccessivi anche in Paesi ben più propensi alle truffe della sana e onesta Svezia.

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