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Kung Fury è pronto! Un frullato di anni ’80 e umorismo geek finanziato dagli utenti

Ha raccolto 600.000 dollari su Kickstarter e ora è pronto. Anni ’80, vichinghi, nazisti, viaggi nel tempo, kung fu e poliziesco, l’obiettivo è totalmente demenziale la riuscita non immensa.
A cura di Gabriele Niola
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Un’idea come quella di Kung Fury non poteva approvarla nessun produttore e del resto nessuno sano di mente l’avrebbe potuta mai finanziare, solo internet. E così è andata.
David Sandberg che di Kung Fury è ideatore, scrittore e regista ha realizzato un trailer circa un anno fa, un esempio di quel che la sua idea poteva essere, l’ha dato in pasto alla rete e gli ha creato intorno una campagna kickstarter che chiedeva agli utenti di contribuire come volevano e potevano (da 5$ fino a 10.000) per raggiungere 200.000$. Il successo è stato tale che a fine campagna Sandberg ha contato i ricavi in un ordine 3 volte superiore a quanto richiesto: 600.000$.

Gusto vintage per un’estetica anni fine ‘80/inizio ‘90, totale demenzialità, fusione di più mitologie care ad internet (dai film di kung fu ai polizieschi americani fino al fantasy mitologico) e l’idea poi confermata dal prodotto finito di essere parecchio in linea con quel che si condivide sulle bacheche. Kung Fury ora che possiamo vederlo sul suo canale YouTube sembra modellato sulle aspettative del geek medio, sull’umorismo che più va online e sulle gag più note (c’è addirittura una canzone finale cantata da David Hasselhoff e caricata sul suo canale VEVO, una vera chicca d'epoca). Di certo non è originale, del resto non vuole nemmeno esserlo, e forse è più divertente nella sua forma di trailer che in quella espansa a 30 minuti del prodotto finito. Come uno scherzo che accorpa diverse barzellette già sentite.

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C’è un poliziotto diventato un super artista marziale in seguito alla morte del suo partner (interpretato da uno di quelli che hanno contribuito alla campagna donando 10.000$, somma per la quale era per l’appunto prevista la partecipazione al film) che scopre come una minaccia dal passato stia colpendo il presente, è il Kung Fuhrer, ovvero Hitler che in pochi sanno essere stato un artista marziale anch’egli. Il protagonista si fa quindi mandare indietro nel tempo dall’hacker degli hacker (divertentissima versione esasperata delle cretinerie informatiche che il cinema sparava negli anni ‘80) il quale hackera il tempo. Per un errore finisce però in un luogo mitologico, tra vichinghi, dinosauri e dei di Asgard. Rimesso sui binari giusti arriverà dal Kung Fuhrer e lo sconfiggerà. La minaccia però non finisce qui.

La storia di Kung Fury è prima di tutto quella di una campagna Kickstarter creata e portata avanti con tutti i crismi, alimentata da continui benefit, adeguatamente stratificata e dotata anche di quel cinismo giusto. Una delle ricompense era vedere il proprio nome sui titoli di coda accanto alla scritta “Shut up and take my money”, bisognava donare 1.300$ per ottenerla e qualcuno l’ha fatto, ci vuole del genio per approffittare di utenti simili.
Sandberg forse non è un gran regista, di certo è qualcuno che conosce internet, conosce quel che alla rete piace e come funzioni, quel che vuole sentirsi dire e quello per cui è pronta ad aprire il portafogli. Il film completo ha al momento raggiunto le 10 milioni di visualizzazioni e sono passati solo pochi giorni. Chiunque ad oggi voglia raccogliere denaro online per finanziare un progetto audiovisivo dovrebbe imparare dalla maniera in cui Sandberg ha saputo servire su un piatto d’argento agli utenti qualcosa di cui volevano fare parte attiva.

Sembra probabile che Kung Fury non sarà un video da storia dell’audiovisivo, tra qualche mese non ce lo ricorderemo più, tuttavia è sicuramente una pietra importante nel mondo del finanziamento alternativo. Raccogliere così tanti soldi senza un nome altisonante alle spalle, ma usando solo un trailer improbabile e promettendo un mediometraggio da distribuire gratuitamente su YouTube è un’impresa non da poco.

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