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Opinioni

L’impresa che si nasconde dietro i 30 anni dei The Jackal

In un mezzo di comunicazione in cui i guadagni sono marginali e i video inferiori ai 10 minuti la regola, ogni produzione più lunga è un evento. Con “30 anni – Il sabato sera” The Jackal tentano di raccontare internet fuori da internet.
A cura di Gabriele Niola
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30 anni

C’è sempre un motivo se un video più lungo di 10 minuti viene postato online. Superata la fase in cui si credeva davvero che YouTube potesse ospitare senza problemi produzioni dalle lunghezze televisive (20-25 minuti minimo), i video più lunghi sono diventati una rarità, ogni volta giustificata dall’aura dell’evento.
Evento lo è di certo una nuova produzione strutturata e non episodica di The Jackal, factory in continua attività, professionisti della produzione virale e commerciale, gli unici in Italia ad aver contribuito a dare forma al linguaggio audiovisivo della rete e ad averlo poi esportato nelle pubblicità, nei videoclip e in tutto ciò che fanno su commissione.

"30 anni – Il sabato sera" è un’opera autoconclusiva da circa 17 minuti, minutaggio da cortometraggio, sebbene il video non possa essere definito tale. Là dove chiunque pensando ad una simile lunghezza avrebbe girato un cortometraggio, TheJackaL hanno infatti realizzato qualcosa di molto più appropriato al linguaggio della rete.
Un corto per sua natura è una storia che introduce dei personaggi, li prende in un intreccio e poi li risolve alla fine. 30 anni – Il sabato sera invece è più un episodio speciale di quell’immensa ed eterogenea webserie che è tutta la produzione per YouTube di TheJackaL. Non ci sono personaggi nuovi ma a muoversi sono sempre Ciro e Simone, i volti del collettivo, che interpretano una versione finzionale di se stessi. E non c’è un vero intreccio da risolversi, solo un piccolo passo in più in quella che è la grande narrazione generazionale che tutto YouTube sta mettendo in piedi.

Quello dei TheJackaL non è certo il primo video a tema 30 anni della rete, soggetto che oggi si moltiplica e solo un anno fa era sconosciuto a qualsiasi canale. È la dimostrazione di quanto YouTube in questi anni sia un canale di distribuzione “generazionale”, che segue da vicino una generazione che ne fa la cronaca in tempo reale dei problemi e delle sfide. Nessun altro mezzo di comunicazione nella storia dell’uomo è stato così “dedicato” e al tempo stesso così chirurgico nel parlare al proprio pubblico. E il video online sembra poterlo fare ancora meglio con i video di formato lungo, in virtù della loro caratteristica di eccezione.

I nati a metà anni ‘80 sono stati i primi a cominciare a sfruttare l’audiovisivo online per costruire una propria forma d’espressione, e continuano ad usarlo per mettere in scena il proprio mondo. Con un salto in più però TheJackaL, di nuovo, non mettono in scena tanto la loro quotidianità quanto le loro ossessioni. Che è quello che fanno questo da sempre. Siano le ossessioni mediatiche (Gli effetti di Gomorra sulla gente), siano le ossessioni relazionali (i video Nipples) o quelle di linguaggio (Vrenzole), sia infine le ossessioni della vita sociale come in 30 anni – Il sabato sera. E questo è parte del segreto del loro successo, non voler mai raccontare una realtà particolare ma un tema più generale, usare il massimo del locale e personale per aspirare al massimo del generale.

Come le sit-com Seinfeld o Curb your enthusiasm i The JackaL hanno scelto fin da Lost in Google (la loro prima produzione lunga e ambiziosa e a tutt’oggi quella il cui stile più continua ad influenzare ciò che fanno) di raccontare una versione finzionale di se stessi. Simone e Ciro, sono RuzzoSimone e Ciro Priello dei TheJackaL a cui accadono cose, che vengono presi in eventi assurdi e, al di fuori del lavoro, vivono una vita paradossale. 30 anni – Il sabato sera non spinge di molto più in avanti le loro trovate ma ne conferma l’universo di riferimento. Non è di certo la loro produzione più significativa o interessante del collettivo ma ribadisce, anche in un contesto in cui potrebbe sembrare fuori luogo, la loro tendenza a trovare fuori dalla rete, nel mondo reale, i luoghi e i meme nati dalla cultura della rete.

Se un’altra loro produzione lunga, Lost in Google, era tutta fondata sulla rappresentazione fisica dei luoghi e degli strumenti di internet, ora in 30 anni – Il sabato sera la partecipazione di Max Pezzali come “spirito guida” di Ciro incontrato sul lungomare, mette in scena uno dei luoghi comuni più abusati di internet: la riproposizione di oggetti, suoni e temi generazionali. Come i video “sei nato negli anni ‘80 se…” a Max Pezzali tocca il compito di rievocare gli strumenti e i luoghi comuni generazionali più semplici e diretti, più scontati e riconoscibili per il più basilare degli effetti nostalgia. E come sempre anche questa volta, nonostante una certa meccanicità dell’intreccio, TheJackaL confermano di essere i soli ad usare la internet culture per rappresentare il mondo.

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