Il caso è stato pubblicato dalla rivista Pediatrics, una delle più rinomate nel settore scientifico, e riporta quanto accaduto a un ragazzino statunitense di undici anni ricoverato in una clinica di San Diego, in California, per una strana eruzione cutanea follicolare, non localizzata ma estesa per tutto il corpo.
Dai test dermatologici effettuati sul giovane, è risultata una forte allergia al nichel, un metallo non solo utilizzato anche nell'industria per la realizzazione di una moltitudine di oggetti di uso comune e frequente, ma presente anche in moltissimi cibi. Dopo uno studio approfondito però, i medici californiani sono giunti a una conclusione che probabilmente mai prima d'ora è stata ufficializzata e pubblicata da una rivista specializzata: lo sfogo cutaneo dell'undicenne è stato fortemente causato dall'uso sempre più intensivo che il giovane faceva dell'iPad acquistato dalla famiglia quattro anni fa.
"Il ragazzo lo avrebbe utilizzato con costanza tutti i giorni" – scrive Sharon Jacob, la dermatologa che ha curato la pubblicazione nella rivista – "Quando ha iniziato a metterlo in una custodia protettiva, il paziente si è subito sentito meglio."
Un caso rarissimo, comunque, che può essere risolto con il semplice utilizzo di una custodia protettiva, e che – ad oggi – non è stato chiarito in tutti i suoi dettagli: non si hanno ancora notizie ufficiali da parte del colosso di Cupertino sulla composizione dei propri dispositivi mobili, e un portavoce di Apple si è limitato a dichiarare che l'azienda "non vuole commentare la vicenda". Tuttavia, anche se le eruzioni cutanee da nichel non sono una patologia mortale, si tratta di un fenomeno molto fastidioso che negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente: a prescindere da quali siano le cause, che non necessariamente devono essere collegate alla parallela diffusione di smartphone e tablet realizzati utilizzando il metallo incriminato, un minore su quattro di quelli che si sottopongono al test risulta allergico al Nichel. Un dato interessante, considerando che solo dieci anni fa i minorenni allergici a questa particolare tipologia di metallo erano il 17 percento e oggi invece sono il 25 percento.