13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

L’Iran blocca l’accesso alla rete

In concomitanza con i festeggiamenti per l’anniversario della Rivoluzione Islamica la dittatura di Ahmadinejad teme disordini e contestazioni ed isola la nazione dal resto del mondo bloccando il protocollo HTTPS, usato dai principali siti come Google e Facebook.
A cura di Angelo Marra
13 CONDIVISIONI
L-Iran-blocca-l-accesso-alla-rete

Il tallone di ferro della censura si abbatte di nuovo in Medio Oriente. Mentre tutto il mondo segue con apprensione i crescenti disordini in Grecia, una rivolta tenuta nascosta ma altrettanto pericolosa serpeggia nel lontano Iran. Questo mese cominceranno i festeggiamenti per i 33 anni della Rivoluzione Islamica e la dittatura iraniana rinuncia anche alla più flebile parvenza di democrazia, stringendo il paese in una morsa sempre più stretta. Ahmadinejad è un pazzo ma di certo non uno stupido, le rivolte della Primavera Araba hanno lambito i confini nazionali e rischiano di contagiare anche il popolo iraniano, stremato da decenni di dittatura. Il nemico principale in questo caso è uno solo: la rete. Dalla Tunisia all'Egitto, la storia degli ultimi mesi ci ha mostrato quale importante contributo abbiano dato alle rivolte i social network e in generale internet. Qualsiasi dittatura è pienamente consapevole che limitare il web vuol dire spezzare in qualche modo la rete di comunicazioni che è stata la linfa vitale delle recenti sollevazioni.

Fu uno degli ultimi atti di resistenza di Gheddafi, che isolò la Libia nel tentativo di arrestare l'avanzata dei ribelli, poco prima di cadere. Inutile dire che la rete non è l'anima della rivolta ma solo il mezzo migliore per poterla organizzare e per far sì che ci sia un'informazione libera e non filtrata. Il blocco della rete si è dimostrato solo un mezzo per ritardare l'inevitabile, quando il popolo è pronto non c'è filtro che possa contenerlo. L'ultimo tentativo di Ahmadinejad per stroncare sul nascere qualsiasi rivolta è stato proprio il blocco di internet in Iran. Da qualche ora è impossibile accedere nel paese agli indirizzi che utilizzano il protocollo HTTPS, come Facebook e Google, in pratica i siti che assorbono la stragrande maggioranza del traffico online.

Il governo ufficialmente nega qualsiasi intervento ma la struttura della rete iraniana, come in Cina, è gestita da un firewall statale con il quale è possibile filtrare le connessioni di tutto il paese. In Libia alcuni coraggiosi ingegneri tra le fila dei ribelli riuscirono con un brillante stratagemma a superare il blocco imposto da Gheddafi ma nel caso iraniano sembra le autorità siano riuscite a prevenire il problema. Si tratta ovviamente di voci che si rincorrono in rete – ufficialmente la questione non esiste, inutile dirlo – ma molti blogger hanno segnalato il problema e difficilmente può trattarsi di un guasto. Il momento in Iran è molto delicato, la leadership di Ahmadinejad è in forte crisi e le pressioni della comunità internazionale per la questione nucleare si fa sempre più pesante. L'anniversario della Rivoluzione Islamica nei piani della dittatura potrebbe essere una buona occasione per unire il popolo e probabilmente il blocco della rete durerà fino a marzo, coprendo tutto il mese dei festeggiamenti.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views