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L’Islanda ha un problema con gli incontri online: “Rischiamo di rimorchiare nostro cugino”

In un paese di 330.000 abitanti le applicazioni di dating online come Tinder possono creare problemi. È questo il caso dell’Islanda, che deve fare i conti con le parentele che spesso legano persone apparentemente distanti.
A cura di Marco Paretti
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Applicazioni come Tinder, cioè quelle che associano gli incontri online con una sorta di approccio ludico, hanno sdoganato un settore fino a poco tempo fa snobbato (e persino criticato) dai più. Oggi, invece, non è raro trovare un ragazzo o una ragazza impegnata ad effettuare swipe a destra e sinistra sui profili presenti nell'applicazione di dating online. Un approccio che, almeno in teoria, non crea problemi. In un paese composto da piccole comunità di qualche migliaio di persone, però, il discorso è ben diverso. È questo il caso dell'Islanda, che ora deve fare i conti con le parentele che spesso legano persone apparentemente distanti.

Geir Konráð Theodórsson, 30enne di Borgarnes, ha flirtato per giorni con una ragazza conosciuta su Tinder, per poi far approdare la conversazione su Facebook. Qui il ragazzo ha scoperto di avere alcuni amici in comune: sua madre, sua nonna e la sorella di sua nonna. Insospettito, Theodórsson ha interpellato Íslendingabók, il libro degli islandesi, che racchiude online tutta la genealogia di 720.000 cittadini: il paese ha attualmente una popolazione di circa 330.000 persone. Sul portale ha scoperto che la giovane ragazza con cui stava chattando era sua cugina e i due erano accomunati dallo stesso bisnonno.

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La storia di Theodórsson non è una rarità: in seguito all'avvento di siti e applicazioni di incontri online, molti giovani islandesi utilizzano Íslendingabók per controllare che la persona con cui stanno avendo un flirt non sia in qualche modo imparentata. Una procedura peraltro complessa, perché in Islanda i cognomi non indicano la famiglia: il cognome dei cittadini è solitamente composto dal nome del padre seguito da "son" o "dottir". Non è raro, raccontano i più giovani, controllare Íslendingabók dopo ogni uscita serale per controllare che le persone incontrate non siano parenti, anche lontani.

In occasione del decimo anniversario di Íslendingabók, i creatori hanno indetto una competizione per la creazione di un'applicazione. Da questo contest è nato un software che consente a due persone di scuotere i loro smartphone per scoprire se sono imparentati in qualche modo. Nonostante questa app venga pubblicizzata dagli sviluppatori come una soluzione per trovare un'anima gemella con la quale non si hanno legami di parentela, Íslendingabók ha un obiettivo molto più importante: facilitare la ricerca genetica e mappare i geni associati a determinate malattie. Ogni nuovo nato registrato nel registro nazionale dell'Islanda viene automaticamente aggiunti a Íslendingabók, ma i bambini adottati possono scegliere se mostrare i nomi dei genitori biologici nel loro albero genealogico. "Un tempo pensavo si dicesse solo per scherzare, quante probabilità ci sono di uscire con la propria cugina?" ha spiegato Theodórsson. "Poi però è successo a me. È molto più comune di quanto pensassi".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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