Facebook ha annunciato i nomi dei 20 membri della sua "corte suprema", l'organo di controllo che vigilerà sulle pratiche aziendali e deciderà in merito alle dispute sulla moderazione della piattaforma. Annunciato nel novembre 2018 e anticipato da alcune carte e regolamenti interni, il gruppo si compone di una serie di punti di vista e competenze differenti, tra cui un ex primo ministro, un premio Nobel per la pace e il giornalista del Guardian che ha supervisionato la pubblicazione dei leak di Snowden. Il gruppo sarà attivo a partire da questa estate.
Delle 20 figure che compongono la "corte suprema" di Facebook, quattro ne guideranno gli sforzi: due professori di legge costituzionale (Michael McConnell della Stanford e Jamal Greene della Columbia Law), una decana di una scuola di legge colombiana (Catalina Botero-Marino) e l'ex primo ministro della Danimarca (Thorning-Schmidt). Un editoriale pubblicato sul New York Times e firmato da questi primi quattro nomi ha descritto le procedure di reclutamento e le modalità con cui il gruppo opererà nel corso dei prossimi mesi. Tra le altre figure presenti si trovano il vice presidente dell'istituto Cato (John Samples), il giornalista che ha supervisionato la pubblicazione delle rivelazioni di Snowden nel 2013 (Alan Rusbridger) e un premio Nobel per la pace (Tawakkol Karman). "I primi membri hanno vissuto in più di 27 paesi e parlano almeno 29 lingue" si legge in una nota del social network.
Non saranno dipendenti di Facebook
Le figure che compongono la corte suprema di Facebook non sono dipendenti dell'azienda e non possono essere rimossi dall'incarico da essa. Lavoreranno grazie a un fondo indipendente di 130 milioni di dollari che non potrà essere revocato e serviranno per un mandato di tre anni che potrà essere prorogato per un massimo di tre mandati per ciascun membro. "Non potremo rispondere a ognuno delle migliaia di casi che saranno condivisi con noi ogni anno" spiegano i 4 membri iniziali nell'editoriale. "Ci concentreremo su quei casi che hanno un reale impatto sul mondo, come quello che trattano tematiche al limite tra satira e odio, la diffusione di contenuti sensibili dopo una tragedia e le informazioni manipolate condivise da figure pubbliche. Le decisioni prese dall'organo saranno pubbliche e Facebook dovrà implementare le sue decisioni "a meno che non violino la legge". Nel corso dei prossimi mesi Facebook prevede di aumentare il numero di componenti da 20 a 40 persone.
Di cosa si occuperà l'organo
Il focus principale di questo nuovo organo sarà quello di fornire supporto per le linee guida in merito alla moderazione per Facebook e Instagram. Si concentrerà quindi su quelle aree problematiche come l'odio online, l'abuso e la privacy degli utenti. Deciderà anche se uno specifico contenuto deve essere rimosso dai social. Inizialmente risponderà solamente agli appelli in seguito alla rimozione di contenuti, ma successivamente prenderà in carico anche le richieste di rimozione. WhatsApp, pur ricadendo nella famiglia di app di Zuckerberg, non dovrà sottostare alle decisioni del gruppo a causa di "ragioni legate alla privacy e alla crittografia".