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Opinioni

La fine degli youtuber: può sopravvivere una piattaforma che non cresce con gli utenti?

Due youtuber, due volti, due decisioni di lasciare YouTube. Ma la domanda è sempre la stessa: potrà mai trovare un equilibrio una piattaforma che si basa sui volti, i sentimenti e la trasparenza delle persone quando il loro pubblico gli chiede di non cambiare mai?
A cura di Marco Paretti
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Due youtuber, due volti, due decisioni di lasciare YouTube. Una perché ha realizzato che quella sullo schermo non era più lei e l'altro perché ha capito che il suo pubblico era cambiato. La prima è Sofia Viscardi, 17 anni e youtuber da cinque, l'altro è Federico Clapis, 28 anni e youtuber da quattro. Tutti e due hanno una cosa in comune: hanno deciso di abbandonare la piattaforma di video. O, almeno, di farlo con la personalità che li ha resi famosi. Due decisioni che ancora una volta fanno riaffiorare una domanda che accompagna YouTube da ormai diversi anni: potrà mai trovare un equilibrio una piattaforma che si basa sui volti, i sentimenti e la trasparenza delle persone quando il loro pubblico gli chiede di non cambiare mai?

La storia di Sofia e Federico è simile e inizia insieme a quella di molti altri youtuber italiani: intorno al 2011, quando anche nel nostro paese si comincia a capire che la piattaforma di Google può essere sfruttata per raggiungere migliaia di persone, spesso anche ispirandosi fortemente agli show ormai rodati delle controparti americane. Così nascono come funghi i nuovi fenomeni del web, tutti caratterizzati da una fascia d'età relativamente bassa che vanno a relazionarsi con un bacino d'utenza per lo più coetaneo. Nasce, di fatto, YouTube Italia; quella dei "creatori", come li chiama l'azienda, che ogni giorno realizzano contenuti originali e curati.

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Con il tempo decollano anche le carriere di questi youtuber: basti pensare a Clapis che nel tempo è sbarcato al cinema e in televisione, riuscendo anche a sfruttare al meglio la piattaforma social di Facebook per distribuire contenuti sempre accattivanti e ironici come la serie Behind a Selfie. Aumentano gli spettatori, la visibilità e le visualizzazioni; Sofia arriva ad avere un canale con oltre 500 mila iscritti e 45 milioni di visualizzazioni e Federico raggiunge 11 milioni di visualizzazioni su YouTube e quasi 1 milione di fan su Facebook, dove è sempre più attivo. Arrivano il successo, le interviste, la televisione e i contenuti sponsorizzati. È a questo punto che, per tutti gli youtuber, inizia il momento critico.

Perché il punto chiave di tutto il successo è un solo: la capacità di relazionarsi con il proprio pubblico. Il mostrarsi autentici e trasparenti nei confronti di chi guarda, aprendo una finestra sulla propria vita che, spesso, si scopre essere molto simile a quella degli spettatori. Per questo YouTube in Italia è fondamentalmente nelle mani degli adolescenti, sia dal punto di vista dei creatori che da quello degli spettatori. C'è Sofia, c'è Favij e con loro tutta una schiera di youtuber sotto i 20 anni. Gli utenti guardano i loro video perché ci trovano una relazione con la loro vita; quando parlano di scuola, di compiti e di "sbattimento si sentono sulla stessa linea d'onda. Ma cosa succede quando il focus si sposta su tematiche meno personali? Quando arrivano la televisione, gli eventi e le interviste si rompe quel legame con l'utenza, che non si sente più parte dello stesso mondo.

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Così gli youtuber hanno due possibilità: cambiare ed essere criticati o continuare a restare gli stessi di prima, anche se loro non lo sono più. La seconda strada è stata intrapresa un po' da tutti, da Sofia a Clapis, fino ad arrivare allo youtuber più famoso e redditizio del mondo: Felix "PewDiePie" Kjellberg, che nel 2014 ha guadagnato 7,4 milioni di dollari. E tutti, alla fine, sono esplosi. Clapis ha pubblicato un video nel quale ha spiegato di voler tornare alle origini artistiche abbandonando il percorso mediatico intrapreso con il web, Sofia ha scelto di prendersi una pausa perché "non vedo più la vera Sofia nei video" e Felix ha spiegato che non cercherà più di andare incontro al suo pubblico, perché "le critiche non mi creano problemi, ma quando arrivano dai fan fanno male".

In tutte queste scelte – ne riportiamo tre, ma sono molte di più – c'è una costante: la frustrazione. Un sentimento in gran parte dovuto all'apparente assenza di una via d'uscita, dove da un lato ci si vorrebbe evolvere rischiando di essere criticati e dall'altro viene chiesto di restare sempre uguali, non crescere e non superare quella parte di vita che fornisce un legame così stretto con gli utenti. Così YouTube da divertimento diventa un'ansia costante che va a scontrarsi con la crescita personale, portando youtuber come Sofia a dover "prendersi del tempo per riordinare le idee" e a personaggi come Clapis a dover gestire utenti che pensano di trovarsi davanti la parodia di un pittore.

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Un problema, quello del rapporto con il pubblico, che diventa ancora più complesso quando subentrano le questioni aziendali: YouTube Red e i suoi show a pagamento, i network e gli agenti. In Italia ci sono due "scuderie" principali: Facchinetti (Tes Masazza, Francesco Sole, Frank Matano, etc) e Casadei (Fravij, Clapis, Zoda, etc). Realtà che inevitabilmente vanno ad impattare sulla "linea editoriale" dei canali, sulle apparizioni in televisione e al cinema, così come negli Stati Uniti i grandi network raggruppano gli youtuber più famosi (e redditizi) per poi gestirne tutti i contenuti editoriali. Un approccio che al di là dell'oceano è meno "invasivo" rispetto a quello italiano, anche perché se qui si tratta di adolescenti, nel caso dei gruppi statunitensi le fasce d'età sono più alte, fin ad arrivare a vere e proprie famiglie che raccontano giorno dopo giorno la propria vita.

La frustrazione colpisce però anche loro ed è dovuta ai cambiamenti, alle critiche e alla paura di vedersi sottrarre le proprie idee. Come nel caso dei Fine Brothers, che in molti conosceranno per il format "Bambini/ragazzi/anziani reagiscono a…". I due fratelli hanno provato a brevettare lo show, provocando sdegno tra gli altri youtuber e una forte critica rivolta sia verso la piattaforma che verso gli autori dello show. Eppure da un certo punto di vista la loro (brutta) mossa ha un fondo di ragione, soprattutto in un contesto "senza regole" e flebile come quello di YouTube. Che, nel corso dei prossimi anni, dovrà imparare a crescere. Perché se fino ad oggi la piattaforma ha vissuto con contenuti creati da under 20, ora deve trovare un modo per sopravvivere nell'età adulta. Gli youtuber sono usciti dall'adolescenza, YouTube quando lo farà?

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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