Google detiene un vero e proprio monopolio nel mercato dei motori di ricerca in Europa, e deve rendere accessibili i dettagli dell'algoritmo che lo ha reso così forte. E' questo, in soldoni, il senso di quanto ha dichiarato Heiko Maas, il Ministro della Giustizia federale tedesco che, in un intervista al Financial Times, ha contrastato il colosso di Mountain View sottolineando la necessità di una "maggiore trasparenza": l'algoritmo di Google è definito dagli esperti di tutto il mondo come "la ricerca segreta della salsa perfetta" e di fatto gli permette di dominare il mercato delle ricerche online.
La richiesta arriva esattamente a sette giorni dopo il no da parte di Bruxelles alla richiesta di compromesso cercato da Google. "In fin dei conti", ha spiegato Heiko Maas al Finantial Times – "tutto dipende da quanto è trasparente l'algoritmo che Google usa per i suoi risultati di ricerca, è un tema da affrontare quando un motore di ricerca ha un peso e ruolo così importante per lo sviluppo economico".
"Vogliamo introdurre il prima possibile uno standard unico per la protezione protezione dei dati nell'Unione europea" – ha affermato il Ministro Maas – "per noi questa regolamentazione è di alta priorità".
Da tempo la Germania è in lotta contro Google e accusa l'azienda di Page e Brin, tra le altre cose, di danneggiare il diritto d'autore dando ai propri utenti la possibilità di scaricare contenuti culturali e informativi delle testate locali cartacee, in formato digitale. Accuse che vanno aggiunte alle rivelazioni di Snowden che hanno dato vita allo scandalo Datagatate, dopo il quale la Germania ha iniziato a controllare molto più approfonditamente tutto il traffico dati tra Europa e America.
"Per noi è prioritario salvaguardare la privacy dei nostri cittadini" – continua il Ministro – "le proposte nostre e della Ue sono che solo col consenso dell'Authority europea di protezione dei dati personali i dati personali stessi degli utenti possono essere trasferite all'esterno dell'Unione europea".
"Non abbiamo paura di Google, ma come Stato abbiamo delle responsabilità, Google ha il 95 per cento di quota di mercato dei motori di ricerca, è una percentuale eccezionale, il suo potere sui consumatori e gli operatori sui mercati è straordinario, e la concorrenza, secondo noi, deve svilupparsi come libera concorrenza. Una quota del 95 per cento vuol dire dominio monopolista, non libera concorrenza".
La soluzione sarebbe quindi quella di rendere trasparenti gli algoritmi che animano il motore di ricerca statunitense, ma è chiaro che "svelare la ricetta segreta" non solo esporrebbe sensibilmente tutti gli utenti di Google a ogni tipo di spam, ma regalerebbe a tutti gli altri competitor del colosso di Mountain View la formula magica che di fatto ha reso Google una delle aziende informatiche più importanti, influenti e potenti del pianeta.