A breve passeremo tutti meno tempo su Facebook. E tutti gli utenti che lo utilizzano per rimanere aggiornati sulle notizie, avranno meno contenuti da leggere. Guarderemo meno video e ci imbatteremo in meno pubblicità. Teoricamente, quindi, Facebook guadagnerà meno?
Eh già, sembrerebbe un controsenso, eppure ad oggi l'ambizione più sorprendente di Facebook è proprio questa: restringersi. E a far immaginare questo scenario, che fino a poco tempo fa sarebbe sembrato apocalittico, è lo stesso social network che giovedì scorso ha annunciato un cambiamento radicale nel suo algoritmo, con il quale verranno evidenziate più interazioni "significative" sulla piattaforma.
Ma quali sono i post "significativi"? I post considerati "significativi" non sono altro che i contenuti che generano molti commenti, molti mi piace e molte condivisioni. Dei post, secondo i ricercatori di Facebook, che quando vengono commentati attivamente dagli utenti, tendono a farli sentire meglio nell'uso del social network e con se stessi in generale.
E, alla luce di questo, la mossa di Zuckerberg è stata spinta realmente dal desiderio di "far sentire meglio i propri utenti", oppure è solo una furbissima trovata per far aumentare gli investimenti in pubblicità da parte aziende?
Se per i più questo cambiamento potrebbe sembrare poca cosa, ma è probabile che a breve termine il sistema di funzionamento (e di conversione) di Facebook per le piccole aziende, per le agenzie di media e per tutti i grandi marchi che hanno fatto del newsfeed di Facebook la propria fonte primaria di contatti, cambi sostanzialmente.
"Con il nuovo algoritmo vedrai meno contenuti pubblici come post di aziende, marchi e media", ha scritto Zuckerberg, che ha aggiunto che "i contenuti che verranno visualizzati dovrebbero incoraggiare le interazioni significative per le persone".
Insomma, secondo i nuovi piani di Facebook, presto gli utenti potrebbero trovare in cima al proprio News Feed la foto di "Zia Peppina con il suo gattino", che ha generato più interazioni tra persone connesse tra di loro, piuttosto che un contenuto pubblicato in una pagina di un grande brand, alla quale i propri amici del social network hanno messo un like.
E se da un lato è un fatto degno di nota che un'azienda che non ha fatto altro che crescere vertiginosamente negli ultimi anni si ritrovi a battere i freni e a volersi "riorganizzare", dall'altro staccando le conversazioni dai collegamenti con gli articoli di certo non le renderà necessariamente più accurate, produttive o più "significative" e potrebbe addirittura peggiorarle.
In definitiva, molto probabilmente nulla di tutto questo potrebbe influire sugli affari di Facebook. Il vantaggio di essere l'unica piattaforma (con Google) in grado di ricavare guadagni vertiginosi sul web rimarrà tale. Perché, parliamoci chiaro: con questa mossa è probabile che gli utenti trascorrano meno tempo sul social network, ma è anche probabile che i grandi marchi, le agenzie di media e le piccole aziende, pur di continuare ad essere viste con "priorità" nel News Feed, inizino a sborsare molto di più in post sponsorizzati e in pubblicità.