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Opinioni

La storia assurda (e falsa) degli smartphone che fanno crescere le corna ai bambini

Il The Washington Post ha pubblicato un articolo dove viene suggerito il fatto che l’utilizzo di smartphone stia causando la nascita di piccole corna nei più giovani. Ma la ricerca originale, oltre che essere molto limitata, non parla di corna né presenta dati sull’utilizzo di smartphone.
A cura di Marco Paretti
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Qualche giorno fa il The Washington Post ha pubblicato un articolo dove viene suggerito il fatto che l'utilizzo di smartphone stia causando la nascita di piccole corna nei più giovani, delle protuberanze che sarebbero comparse in alcuni bambini nella parte inferiore del cranio. Una storia al limite dell'assurdo riportata da molte testate, ma basata su una ricerca che, com'è facilmente comprensibile semplicemente leggendola, ha diverse limitazioni e falle. Lo studio è stato pubblicato a febbraio del 2018 da due ricercatori australiani e ha preso piede dopo che la BBC lo ha inserito in un reportage su come la tecnologia sta trasformando i nostri scheletri.

Il punto chiave: questo studio non fa menzione di "corna" e non include nessun tipo di informazioni relative all'utilizzo di smartphone da parte dei sui partecipanti. Inoltre, la ricerca non riporta un numero sufficiente di dati e, in generale, quelli riportati sono spesso e volentieri in contrasto tra loro. Insomma, l'impressione è che la ricerca, nonostante la sua pubblicazione all'interno di Scientific Reports, sia estremamente limitata nelle sue conclusioni. Che comunque, è bene ricordarlo, non parlano di corna e smartphone.

L'interesse economico dei ricercatori

Ciò di cui parla la ricerca sono invece delle piccole malformazioni allo scheletro che i due ricercatori associano alla vita dell'uomo moderno. Ma anche questo elemento ha delle falle. Il responsabile della ricerca, il chiropratico e ricercatore biomeccanico David Shahar, ha interesse nel convincere per persone che il loro stile di vita sta deformando i loro scheletri: Shahar è conosciuto anche come Dr. Posture e ha sviluppato dispositivi e tecniche per prevenire questi problemi di postura, compreso uno speciale cuscino correttivo. Rischioso, quindi, basare una "denuncia" su una ricerca di questo tipo.

Di cosa parla la ricerca (non di corna)

Di certo, come detto poco sopra, la ricerca non parla comunque di corna ma di piccole protuberanze posizionate alla base del cranio (e non sui lati, come dovrebbero essere le corna). Questi elementi sono posizionati nella Protuberanza Occipitale Esterna, una sporgenza che potete tastare con mano sul retro del cranio e che è più evidente negli uomini. Come tutte le parti del corpo dove legamenti e muscoli si collegano alle ossa, l'utilizzo estensivo e stressante di questa protuberanza può portare ad un'ulteriore crescita di esostosi, protuberanze anomale delle ossa. La loro presenza è assolutamente normale e se da un lato è vero che possono indicare che una persona sta stressando i muscoli del collo, dall'altro non hanno nessun tipo di conseguenza per la salute né si possono notare se non attraverso risonanze magnetiche.

Lo studio non presenta dati sugli smartphone

Ora si arriva all'altro punto: queste protuberanze sono maggiormente presenti in giovani dipendenti da smartphone? Nel loro studio, i due ricercatori australiani presentano immagini ai raggi X di 1.200 pazienti con un'età compresa tra i 18 e gli 86 anni, sottolineando che il 25 percento di persone over 60 presentano queste protuberanze. Il gruppo più giovane, invece, presenta dati inferiori, con l'unica eccezione di quello tra i 18 e i 30 anni caratterizzato da una presenza del 40 percento di esostosi. Da qui, i ricercatori sono velocemente saltati alla conclusione che queste protuberanze sono dovute all'aumento dell'utilizzo di dispositivi tecnologici da parte dei più giovani. Ecco un'altra limitazione: 300 pazienti tra i 18 e i 30 anni non sono assolutamente rappresentativi della popolazione globale e comunque appartengono ad un gruppo di pazienti di una clinica chiropratica, quindi probabilmente caratterizzati da problemi pregressi. Ma soprattutto lo studio non riporta nessun tipo di dato relativo all'utilizzo degli smartphone da parte dei pazienti, quindi la correlazione è totalmente ipotetica.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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