È il tormentone dell'estate o, per lo meno, di questo caldo ferragosto italiano. E non solo. Già, perché se la vostra bacheca di Facebook è stata letteralmente invasa da immagini e link legati al nuovo fenomeno Sarahah, lo stesso si può dire di quelle australiane, irlandesi, americane e inglesi, dove l'app ha in poco tempo raggiunto i vertici delle classifiche degli store digitali. Il funzionamento è semplice: una volta creato l'account è possibile ricevere messaggi anonimi dagli altri utenti, senza la possibilità di sapere chi li ha scritti. Creata in Arabia Saudita da Zain al-Abidin Tawfiq, l'app si basa sull'idea che le persone sono più propense ad inviare messaggi sinceri se questi sono anonimi. Ma com'è nato questo fenomeno globale?
Le origini: un sito per le aziende
Lo sviluppo del "social network" ha inizio nel novembre 2016, quando Sarahah viene pubblicato sotto forma di sito web dedicato alle aziende: nella mente dell'ideatore il portale doveva servire a raccogliere i feedback dei lavoratori sul luogo di lavoro, commenti che potevano in seguito essere letti dai capi. "È un problema se i dipendenti non comunicano in maniera trasparente con i propri datori di lavoro" ha spiegato Tawfiq, il cui lavoro principale è quello di analista in un'azienda petrolifera saudita. Sarahah significa proprio questo in arabo: onesto.
Un'idea vincente, che presto comincia a stare stretta nei confini degli ambienti lavorativi; è a questo punto che Tawfiq decide di espandere la sua creazione anche al di fuori delle aziende, aprendo Sarahah anche agli amici. Nell'autunno del 2016 lo sviluppatore lancia il sito pubblico e lo fa girare nella sua cerchia di amici, sperando di raggiungere un migliaio di messaggi. In realtà la piattaforma registra solo qualche centinaio di commenti, così Tawfiq decide di affidarsi ad un amico influencer che, grazie alla sponsorizzazione, fa salire il numero di utenti da 70 a più di 1.000. Da questo punto in avanti, spiega il creatore, "Sarahah si è diffusa come con virus". Inizialmente il sito si è diffuso in tutti i paesi arabi, ma la vera svolta è arrivata quando ha cominciato a farsi strada in Egitto e il servizio ha raggiunto i 3 milioni di utenti.
Il successo grazie a Snapchat
"La nostra società è molto legata ad amici e parenti, siamo molto onesti" spiega Tawfiq. "Esprimiamo i nostri sentimenti in maniera trasparente, sempre. Esistono però barriere come l'età e la posizione: non puoi andare da un nonno e dirgli tutto ciò che pensi di lui. Tutti vorrebbero rompere queste barriere". Da qui il successo di Sarahah, che, una volta conquistati i paesi arabi, si trasforma in un'applicazione per smartphone. Viene pubblicata il 13 giugno 2017 e, per la prima volta, supporta anche la lingua inglese. È l'inizio del successo internazionale: ad interessarsi all'app è dapprima il Canada, seguito velocemente da Stati Uniti e Australia. Da qui alla viralità il passo è stato breve e, ironicamente, l'esplosione vera e propria di Sarahah è stata alimentata dalla "concorrente" Snapchat.
Poco dopo l'incremento di interesse verso l'app da parte dei paesi occidentali, Snapchat ha infatti rilasciato un aggiornamento che ha consentito di inviare link all'interno degli Snap, cioè i contenuti video/fotografici inviati nell'app. Così gli utenti più giovani hanno iniziato a far girare i propri link anche all'interno del popolarissimo social network. L'update ha raggiunto gli store il 5 luglio e cinque giorni dopo Sarahah è entrata nelle prime 1.500 app per la prima volta. Quattro giorni dopo ha raggiunto il 104esimo posto, per poi salire al 17esimo e, infine, al primo posto battendo Snapchat, Facebook, Instagram e ogni altro social network. Portali che, paradossalmente, stanno alimentando proprio la vitalità della nuova applicazione.
I numeri (e il futuro) di Sarahah
Lo scorso 23 luglio Sarahah aveva oltre 14 milioni di utenti registrati e più di 20 milioni di visitatori unici tra app e sito web. Oggi si parla di circa 15 milioni di utenti e 5 milioni di download, numeri in costante crescita. Un successo che ha convinto Tawfiq a lasciare il suo lavoro nell'azienda petrolifera per dedicarsi a tempo pieno all'applicazione. Il suo prossimo obiettivo? Mantenere funzionante l'app nonostante l'enorme mole di utenti – nel frattempo Sarahah è diventata virale in molti altri paesi, Italia compresa – e continuare a contrastare, per quanto possibile, il bullismo che inevitabilmente può nascere da un portale che consente di inviare messaggi anonimi. "Cerco di fare il mio meglio per creare un ambiente che sia positivo" ha spiegato.