Lavorare meno per essere più felici. E' questa la ricetta della felicità secondo Larry Page, il numero uno di Google, che si schiera a favore di tutti quelli che chiedono una riduzione dell'orario di lavoro settimanale, perché essere impegnati senza un attimo di sosta rovina la vita: “Se si pensa alle cose di cui si ha bisogno per essere felici" – spiega Page – "gli antropologi hanno identificato casa, sicurezza e opportunità per i figli. Non è difficile per noi provvedere a queste cose. L'’idea che tutti debbano lavorare freneticamente per soddisfare le esigenze delle persone è semplicemente non vera”.
Larry Page non è l'unico dei big della Silicon Valley e del mondo del business ad appoggiare questa tesi, supportata da altre importanti personalità come Richard Branson, da anni sostenitore del lavoro part-time, che a suo parere non solo porta benefici al lavoratore, ma anche all'impresa per la quale lavora e tutta la società.
Proprio ricordando la filosofia del magnate inglese, Page ha sottolineato il tentativo di Branson nel "convincere i datori di lavoro ad assumere due persone a tempo parziale invece di una a tempo pieno, in modo da aiutare i giovani ad avere un’occupazione”. Una teoria messa in pratica per la prima volta in Svezia, nel comune di Göteborg, dove l'Amministrazione ha deciso di trattenere per meno tempo in ufficio i suoi dipendenti per renderli più efficienti.
D'altronde il discorso di Page non fa una piega: “Se chiedessi ai dipendenti ‘vorreste una settimana di vacanze extra oppure una settimana lavorativa di quattro giorni?’, il 100% delle persone alzerebbe la mano”, ha affermato il numero uno di Google, che ha spiegato come la maggior parte delle persone ami lavorare, ma vorrebbe avere più tempo da dedicare alla propria famiglia e ai propri hobby.
Un discorso quasi idilliaco, ma a farlo è un uomo che vale oltre i 32 miliardi di dollari. Un magnate che ha forse perso di vista il periodo storico che stiamo vivendo, nel quale la maggior parte delle persone stenta ad arrivare a fine mese. E' questo il dettaglio meno chiaro della teoria di Page e Branson, quello relativo ai salari: l'unico modo per far sì che l'idea funzioni sarebbe quello di pagare ai dipendenti stipendi uguiali a quelli attuali, seppur lavorando meno ore. Una possibilità che, tornando con i piedi per terra, è piuttosto remota.