È un'abitudine alla quale abbiamo ceduto tutti: il caricabatterie del proprio smartphone rimane inesorabilmente (e costantemente) attaccato alla presa della corrente, cavo penzolante compreso e senza necessariamente un dispositivo in carica. Un trend che ormai colpisce adolescenti e adulti. Ma quanto ci costa questa "pigrizia"? A rispondere è il sito di consulenza finanziaria Thisismoney.co.uk, che si chiede: perché la corrente passi ci dev'essere un circuito, quindi se il dispositivo non è connesso il circuito è rotto, no? È vero, ma solo in parte. L'idea che i caricatori continuino a "rubare" energia anche a dispositivo disconnesso deriva probabilmente dai vecchi caricatori – soprattutto quelli per computer portatili – che, a causa del trasformatore, continuavano a richiedere piccole quantità di energia.
Ma questo succede anche con gli attuali caricatori? Sì, sottolineano gli esperti, ma si tratta di quantità energetiche davvero basse. Il massimo utilizzabile da un caricatore non connesso ad un dispositivo è sancito dall'Unione Europea, che pone a 0,5 watt il limite dell'energia utilizzabile in standby. Un caricatore per smartphone connesso ad una presa di corrente, spiega Kathryn Senior, una ricercatrice per il sito EnergySavingSecrets.co.uk, "spreca" solo 0,25 watt. In tutto, quindi, il peso all'interno della bolletta sarebbe davvero irrisorio: appena qualche centesimo di euro in un intero anno.
"Ogni caricatore connesso ad una presa di corrente e non ad una ciabatta spenta continua ad utilizzare energia, anche se non è collegato nessun dispositivo" ha aggiunto un portavoce dell'Energy Saving Trust. "Questo perché ogni caricatore contiene un trasformatore che resta sempre connesso alla rete elettrica anche quando non è presente nessun device in carica". Anche in questo caso, però, la somma dell'energia richiesta da questi piccoli trasformatori è minima e incide di pochi centesimi sulla bolletta annuale.
Bisogna però sottolineare un elemento importante: ormai sparsi per casa abbiamo diverse tipologie di caricatori dedicati a molti dispositivi che, a seconda del loro utilizzo finale, possono sottrarre diverse quantità di energia anche in standby. In generale, quindi, si potrebbero risparmiare circa 40 euro all'anno semplicemente assicurandosi che tutti i caricatori vengano rimossi dalle prese una volta terminato il caricamento dei dispositivi. Inoltre, concludono gli esperti, un caricatore costantemente attaccato si surriscalda e può portare ad un deterioramento dei suoi componenti e delle sue funzionalità.