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Opinioni

Le 5 previsioni sul destino dei video online nel 2015

Tra età medie che si restringono, fughe da YouTube e saccheggi da parte dei vecchi media molto di quel che è accaduto nel 2014 non potrà che crescere nel 2015 e molto di sopito si prepara ad esplodere.
A cura di Gabriele Niola
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Il 2014 in Italia è stato l’anno del passaggio ragionato di molti talenti nati su YouTube ad un lavoro retribuito in molti casi su canali nazionali, il 2015 sarà quello in cui si sperimenterà quanto chi ha avuto molto successo online possa averne anche con il resto del pubblico sul grande schermo. Ma non solo. Più in grande il mondo del video che passa online ha di fronte 365 giorni di battaglie perchè mai come in questi ultimi tempi quelli che credevamo essere dei domini assoluti sono stati messi in crisi e nuove idee stanno raccogliendo successo.

È un periodo di transizione (che si spera non finisca fino a quando non si sviluppa un modello di business anche per i video che vogliono rimanere online) che passa per l’evoluzione dei luoghi della rete in cui vediamo video. Non è mai facile fare le previsioni ma almeno 5 trend del 2015 possono essere individuati per capire cosa ci aspetta.

1. Facebook si rivelerà la piattaforma rivale di YouTube
Per anni abbiamo pensato che prima Blip.tv poi Vimeo fossero i rivali di Google nella corsa ad essere il luogo preferito da tutti per postare i propri video, invece è sempre più evidente come sia Facebook. Nonostante non abbia i requisiti, le minuzie, le funzioni e le possibilità di YouTube (o forse proprio per quello) il social network per eccellenza si sta ritagliando un ruolo molto importante per la quantità e la qualità dei video ospitati. Sempre più videomaker scelgono di mettere video su Facebook nonostante le sue limitazioni (una su tutte: li possono vedere solo i membri di Facebook) perchè sviluppano numeri impressionanti. Molte più views e molto più in fretta di YouTube. Zuckerberg fa in modo che i video caricati sul social network girino meglio e salgano nei feed di chiunque, il risultato è evidente e pone non pochi problemi. Il grafico di Socialbakers in testa al post lo mostra bene.
A noi come spettatori non dovrebbe interessare dove vediamo i video ma è anche vero che YouTube negli anni ha sviluppato strumenti per ordinare, catalogare, seguire, condividere e liberare i suoi contenuti che sono opposti a quelli autarchici e autoriferiti di Facebook.

2. Voci di dissenso contro YouTube
Tutti contro YouTube. Non solo Facebook ma anche un esercito di piccole novità, player alternativi o proprietari, una fuga dai canali della piattaforma di Google capitanata dagli youtuber più importanti d’America (il che significa i più importanti del mondo). Chi punta a guadagnare con YouTube infatti sempre di più si lamenta di quote e profitti, sostenendo che YouTube cerca di aumentare le proprie quote e “comprare” i talenti per trattenerli.
Insomma agli americani che fanno più visite e alle compagnie che producono contenuti per YouTube la piattaforma sta sempre più stretta, Facebook gli piace ancora meno e cercano alternative, la più potente delle quali è Vessel di proprietà dei creatori di Hulu.

3. La carica degli MCN italiani
Sono arrivati due anni fa ma si sono fatti notare solo l’anno scorso e nel 2015 dovrebbero esplodere anche da noi. Sono i Multi Channel Network, società che gestiscono più canali di YouTube (le più grandi arrivano a gestirne centinaia). Regolarizzano la produzione di contenuti, suggeriscono i temi migliori, curano l’impaginazione, la veicolazione sui social network e la tempistica di pubblicazione, insomma fanno il lavoro dei produttori e mettono a frutto al massimo i canali che curano senza occuparsi mai di fare direttamente i video. Sono degli ottimizzatori che trattano anche per eventuali accordi pubblicitari, product placement o addirittura sfruttamenti su altri mezzi di comunicazione. La presenza degli MCN sancisce il passaggio dall’era amatoriale a quella professionale, dall’user generated content ai contenuti prodotti con un piano dietro. E per fortuna stanno esplodendo anche da noi.

4. Lo sfruttamento dei talenti di YouTube
Quest’anno i Pills sono stati ospiti fissi di Stracult di Marco Giusti su Rai Due, hanno venduto delle puntate inedite della loro seconda stagione a Italia 2 e hanno scritto una serie Zio Gianni per Rai Due che sta andando anche in questi giorni nella fascia preserale. L’anno prossimo dovrebbero girare e distribuire il loro primo film (produzione Taodue). TheJackaL hanno cominciato a vendere i loro video ad AnnoUno e il TerzoSegretoDiSatira l’ha fatto con PiazzaPulita. Infine LaBuonCostume con Ludovico Bessegato ha realizzato Il candidato che va in onda durante Ballarò (con Filippo Timi).
La televisione ha cominciato a sfruttare i talenti della rete, perchè gli costano meno rispetto ai propri, perchè producono tutto da soli e consegnano un prodotto già fatto e finito e perchè “piacciono ai giovani” o meglio portano con sè una fascia di pubblico che altrimenti la televisione fatica a conquistare. Nel 2015 il trend aumenterà di sicuro e probabilmente ognuno vorrà il suo youtuber o il suo videomaker emerso online, soprattutto per ragioni economiche. Dall’altro lato della barricata sarà sempre più un problema il fatto che i nuovi entrati ammazzano il mercato per chi è già dentro, offrendosi a cifre molto basse. Quella di “quanto pagare i videomaker” è una questione irrisolta che più andiamo avanti più minaccia d’esplodere.

5. Il continuo ringiovanire del pubblico
Una cosa che in pochissimi considerano è quanto il pubblico di YouTube ringiovanisca invece di invecchiare. Logica vorrebbe che al passare degli anni l’età media degli spettatori di YouTube si alzi, invece quello che vediamo è il contrario. Gli youtuber di successo sono sempre più giovani perchè l’audience decisivo è sempre più giovane. Una parte del merito di questo trend se lo prendono le visualizzazioni da mobile che sono sempre più importanti e pesanti, un tipo di fruizione più forte nel target under18 e un’altra il fatto che sempre più nascono e crescono bambini e ragazzi che possono approcciare YouTube al posto della televisione.
I programmi per bambini di massa su YouTube sono dietro l’angolo, basta arrivare per primi.

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