Che WhatsApp sia un veloce e ricco mezzo di diffusione per le fake news e le bufale è un dato di fatto. La piattaforma per i messaggi gratis, in passato è già stata invasa da condivisioni allarmiste e catene di Sant'Antonio per scongiurare notizie false o avvenimenti poco piacevoli (come la storia di WhatsApp a pagamento), e in questi giorni la situazione sembra essere sempre la stessa: la paura da Coronavirus sembra essere una delle esche più gustose per chi, con un opinabile spirito scherzoso, sta creando e diffondendo nella piattaforma messaggi di testo o messaggi audio che non hanno un briciolo di verità ma sono solo allarmanti.
Le bufale sul Coronavirus corrono su WhatsApp
"Questo pomeriggio al pronto soccorso di Lecce si è ricoverato un cinese molto grave con il virus in quanto era rientrato da 10 giorni dalla Cina ed è affetto", così ha inizio uno dei messaggi vocali che girano nelle ultime ore su WhatsApp in Italia, un messaggio in cui si sente parlare una donna, falso e totalmente inventato, che trova forza in un ulteriore messaggio vocale interpretato però questa volta da un uomo, che ha il solo scopo di creare falsi allarmi ed allertare la popolazione.
Un procurato allarme in tutti i sensi che, va ricordato, è una pratica illegale, regolata dall'art. 658 del codice penale e punita seriamente con un'ammenda che può arrivare a 516 euro oppure una reclusione che può essere di un periodo massimo di 6 mesi.
Ma quello delle bufale su WhatsApp sul coronavirus non è un fenomeno solo italiano. Paesi come l'Australia o l'Inghilterra sono ormai stati invasi da questi "falsi miti" circa la nuova epidemia mondiale, al punto da costringere NSW Health a pubblicare su Twitter un post nel quale veniva smentito un falso allarme secondo il quale sarebbe stato consigliato non mangiare determinati cibi o recarsi in determinate zone di Sydney.
Per non parlare delle false stime relative ai decessi da 2019-nCoV, portate avanti in uno show radiofonico nel quale veniva trasmesso che le persone decedute a causa del virus sarebbero state 112mila, con oltre 2.8 milioni di infetti.
E sempre in tema WhatsApp, questa volta in India, si è diffusa in men che non si dica una catena di Sant'Antonio nella quale venivano invitati i cittadini a non bere bevante fredde, alimenti conservati o caramelle al latte più vecchie di 48 ore. Chiaramente però, ancora una volta si tratta di una bufala.
È importante non credere a tutto
La realtà dei fatti è che chiunque dovrebbe dare il suo contributo per evitare che si diffondano queste notizie false su WhatsApp. Procurare un falso allarme su un argomento così delicato potrebbe avere delle conseguenze importanti anche nel Bel Paese ed è essenziale che, una volta ricevuto un messaggio del genere, non lo si invii ad altre persone.
Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime vicende circa il virus cinese, il nostro consiglio è quello di affidarsi al sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, oppure alle tante testate giornalistiche italiane che, ormai da giorni, seguono l'evolversi della situazione costantemente.