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Limitazioni di banda per il p2p: Telecom risponde su Eraclito

Mantellini, Quintarelli e Mizzi discutono su Eraclito della decisione di Telecom di limitare la banda, in alcune zone, per il traffico p2p. Un decisione che fa discutere e su cui i sostenitori della net neutrality proprio non riescono a transigere.
A cura di Anna Coluccino
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Discutono come vecchi amici alle prese con un annoso dilemma Massimo Mantellini e Stefano Quintarelli, due tra le personalità più in vista della rete, due super-esperti del web; discutono via webcam e poi offrono il filmato della loro chiacchierata attraverso Eraclito, il nuovissimo hub di Telecom Italia, gestito e curato dallo stesso Mantellini. La questione non è delle più semplici da maneggiare, equivale ad una sorta di pacco bomba che solo con estrema attenzione e delicatezza si può riuscire a non far esplodere. Parliamo di peer to peer e di neutralità della rete e, in particolare, parliamo dell'annuncio di Telecom Italia riguardante la decisione di filtrare , a partire dal prossimo 1 marzo, il p2p sulle reti ADSL.

BOOM!

Niente, mi spiace, non è possibile proporre la questione senza che esploda tra le mani di chiunque l'affronti. E se neppure Quintarelli e Mantellini sono riusciti a parlarne senza far succedere il patatrac, la possibilità che ci riesca io è piuttosto remota. Il punto è che quello della net neutrality è sempre stato uno dei capisaldi della rete, uno dei principi fondanti dell'intero "sistema Internet", se venisse a mancare, la sopravvivenza stessa della rete, così come la conosciamo, verrebbe messa a rischio. Cambierebbe tutto, e non in meglio. Ma, come al solito, bisogna valutare ciascuna questione in base alla contingenza e, pur restando fermo e immutabile il "principio", proviamo a capire le "ragioni di Telecom", o, quantomeno, proviamo ad ascoltare le specificazioni offerte da Salvo Mizzi, responsabile Internet Media & Digital Communication per Telecom Italia, attraverso le risposte che ha dato ad alcuni commenti apparsi su Eraclito, nel merito dell'intervento di Mantellini e Quintarelli.

primo_commento
commento_Mizzi_su_Eraclito

Ora, proviamo a fare uno sforzo di obiettività e ad analizzare la questione in tutta la sua complessità. Se da un lato i principi che animano l'idea di net neutrality sono inattaccabili, indiscutibili, sacrosanti, dall'altro si pone una semplice questione, proviamo a riassumerla parafrasando la metafora proposta dallo stesso Quintarelli nella mini-intervista di cui sopra: c'è un piccolo marciapiede, dal quale riescono a passare solo poche persone per volta, qualcuna di queste persone reca con sé oggetti ingombranti, rallentando il passaggio degli altri. Ora, tolto che allargare il marciapiede resta la scelta migliore, e che qualcuno, molto presto, dovrà fare qualcosa in merito, per il momento, come ci si comporta in quelle zone in cui i marciapiedi sono stretti e le persone che chiedono di passare sono tante? L'unica soluzione individuata da Telecom Italia è quella di imporre a chi trasporta "bagagli ingombranti" di attendere un momento di minore traffico per trasportarli, dando precedenza a chi viaggia più "leggero".

Ok, è arrivato il momento di uscire fuori dalla metafora è chiarire il punto.

Il web, in questo momento, si divide in due fazioni: i duri e puri della net neutrality, quelli che sostengono (con buona ragione) che imporre filtri e criteri di priorità violi sempre e comunque il sacrosanto principio di neutralità della rete, e quelli che sostengono (con buona ragione) che ci siano diverse zone d'Italia in cui, al momento, o si applicano questa soluzioni o continueranno ad esserci cittadini con enormi problemi di connettività. In poche parole, siamo all'impasse.

Who Wins?

Il gruppo che sostiene che nessuno possa stabilire cosa ha la precedenza su Internet e cosa non ce l'ha (specie se a decidere è un'azienda privata che ha ovvi interessi nella limitazione di un certo tipo di traffico sulla banda, pensiamo al traffico VoIP) o l'azienda stessa, che rilevando un problema di traffico Internet in alcune zone non ha altro modo di risolvere il problema se non limitando la banda per tutti coloro che viaggiano con grossi carichi, di modo che tutti possano passare?

Proviamo a sbrogliare la matassa dando un'occhiata all'ulteriore scambio di battute che ha visto Salvo Mizzi protagonista su Eraclito.

commenti su Eraclito
secondo_commento_Mizzi

Leggendo questi interventi, appare piuttosto chiaro che né il videostreaming né il traffico VoIP verranno intaccati dalle limitazioni di banda. Insomma, a voler essere obiettivi,  la situazione sembra meno problematica di quanto appariva agli esordi della discussione. Eppure il problema resta: quanto ci vorrà perché le infrastrutture riescano ad adeguarsi al volume di traffico? E quando il volume di traffico non sarà più un problema, le limitazioni di banda scompariranno? Credo che già offrire una risposta a queste due domande possa rappresentare un piccolo avanzamento sul piano del dialogo che, mai come questa volta, si preannuncia infuocato.

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