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L’intelligenza artificiale sta imparando a fare la pizza

Un software ideato dai ricercatori del MIT in collaborazione col Qatar Computing Research Institute ha imparato a riconoscere gli ingredienti su tutti i tipi più comuni di pizza e a ricomporne la ricetta nell’ordine corretto effettuandone rielaborazioni, ma il sistema può essere applicato ad altri tipi di pietanze.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Gli algoritmi di intelligenza artificiale sono ormai al centro di ricerche di ogni tipo, ma finora nessuno aveva ancora pensato di insegnare loro come si fa la pizza. L'idea è venuta ai ricercatori del MIT, che in collaborazione col Qatar Computing Research Institute hanno realizzato PizzaGAN: un software basato su machine learning in grado di riconoscere gli ingredienti presenti su una pizza partendo solo dall'osservazione, e risalire alla ricetta completa effettuando eventualmente rielaborazioni a piacere.

Alla base del sistema ideato dai ricercatori ci sono gli ormai sempre più noti generative adversarial network, software che vengono contrapposti per fare uno da supervisore all'altro e migliorarsi a vicenda senza bisogno di supervisione umana. A questi algoritmi sono state date innanzitutto in pasto migliaia di foto pescate su Instagram (l'alimento del resto è il più fotografato in assoluto sul social) e categorizzate con informazioni sul tipo di condimento utilizzato. Terminata la fase di apprendimento, PizzaGAN si è dimostrato in grado di scomporre da solo immagini di pizze mai viste nei loro ingredienti costitutivi e in sequenza ordinata, posto che gli ingredienti fossero nella banca dati di quelli già acquisiti.

PizzaGAN sa lavorare solo sulle immagini, motivo per cui sarebbe improprio dire che ha imparato a fare la pizza. Gli algoritmi di cui è composto però potrebbero in futuro trascendere sia i limiti virtuali nei quali è confinato il software in questo momento, sia il mondo della pizza. Sapere cosa togliere e cosa aggiungere da una ricetta per ottenerne un'altra (e a quale punto della preparazione farlo) può essere utile a eventuali macchine che in futuro potranno prendersi cura di questo tipo di operazioni, qualunque sia la pietanza con la quale avranno a che fare.

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