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Lo sviluppatore di League of Legends risarcirà con 10 milioni le dipendenti discriminate

Riot Games, la software house americana dietro League of Legends, risarcirà con 10 milioni di dollari le donne soggette a molestie e altri episodi di prevaricazione maschile sul posto di lavoro. La somma verrà suddivisa tra le dipendenti in base all’anzianità lavorativa e lo status contrattuale.
A cura di Lorena Rao
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Per diversi mesi Riot Games, casa di sviluppo di League of Legends, è stata sotto i riflettori per la sua cultura aziendale maschilista e denigratoria, portando diverse dipendenti a denunciare episodi di molestie sessuali, mobbing e discriminazione di genere. Tale situazione ha provocato negli scorsi mesi uno sciopero dei lavoratori di Riot con lo scopo di forzare l'azienda a porre fine a queste azioni denigratorie nei confronti delle donne. La situazione è sfociata in una class action, conclusasi recentemente con un patteggiamento, che però deve essere ancora confermato ufficialmente dal giudice. Ebbene, secondo questo patteggiamento, Riot Games dovrà risarcire con un fondo da 10 milioni di dollari le donne soggette a molestie e altri episodi di prevaricazione maschile sul posto di lavoro. La somma verrà suddivisa tra le dipendenti in base all'anzianità lavorativa e lo status contrattuale.

Se da una parte Riot Games ha sempre tentato di arginare le accuse affermando che le discriminazioni di genere non sono una prassi comune all'interno dell'azienda, con la vicinanza di una soluzione rappresentata dal patteggiamento sopramenzionato ha finalmente ammesso la necessità di apportare dei miglioramenti nella cultura aziendale, a conti fatti maschilista e non meritocratica. Tra le varie accuse lanciate contro la software house americana, vi è il metodo di classificazione delle dipendenti da parte dei manager – ruolo ricoperto dagli uomini – su base dell'aspetto fisico. Ma a questo si aggiungono l'impossibilità di un avanzamento di carriera e molestie frequenti nel dare vita a un ambiente di lavoro decisamente tossico, soprattutto per le donne.

Ryan Saba, avvocato delle querelanti, ha così commentato il patteggiamento su Kotaku: "Questo dimostra quanto Riot sia seria nel voler cambiare la cultura aziendale". La stessa software house ha inviato un'email a Kotaku per affermare che: "Siamo lieti che un accordo proposto per risolvere in via definitiva la class action contro Riot sia stato recentemente presentato da un avvocato. Il patteggiamento è un altro importante passo in avanti e dimostra il nostro impegno nel rispettare i nostri valori e rendere Riot un ambiente inclusivo per i migliori talenti del settore".

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