Mark Zuckerberg chiede scusa davanti al Parlamento Europeo, ma non risponde a molte domande
Mark Zuckerberg ha incontrato i vertici e alcuni deputati del Parlamento Europeo alla Conferenza dei presidenti dei gruppi politici, un appuntamento annunciato e molto atteso dopo lo scandalo Cambridge Analytica che ha coinvolto il più grande social network del web. Come già fatto di fronte al Congresso americano, anche in Europa Zuckerberg ha chiesto scusa: "È chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per evitare che i nostri strumenti non creassero danni. Ci scusiamo per gli errori commessi, ci vorrà del tempo ma sono impegnato per impedire che si ripeta". Diversamente però dalle audizioni di fronte al parlamento americano, il tempo a disposizione molto ridotto in questa occasione ha finito per lasciare senza risposta alcune delle domande che sono state rivolte a Zuckerberg. In ogni caso le domande riguardavano le preoccupazioni per la privacy e per la grande diffusione di "fake news" sulla piattaforma.
Le domande che sono state rivolte dai deputati capi-gruppo dei partiti politici rappresentati nel Parlamento Europeo riguardavano, come previsto, le preoccupazioni sulla privacy, vista anche l'imminenza dell'entrata in vigore del GDPR. I deputati hanno chiesto a Mark Zuckerberg se fosse in grado di garantire che in futuro si possa verificare un nuovo scandalo Cambridge Analytica; se gli utenti riusciranno ad avere mai il pieno controllo dei propri dati. Queste le preoccupazioni principali.
Zuckerberg però si è tenuto solo a rispondere ribadendo quello che Facebook sta Facebook sta facendo per migliorare la privacy degli utenti e chiedendo scusa per quanto successo. Per via del format dell'incontro, non è entrato nel merito delle singole domande, non ha dato risposte specifiche e questo ha pesato sull'esito dell'incontro. La sensazione, infatti, è che Zuckerberg abbia affrontato l'incontro con una certa "leggerezza", soprattutto se questo incontro viene paragonato alle audizioni di fronte al Congresso americano. Ma forse si poteva fare diversamente, nel senso di organizzare un incontro che prevedesse un tempo sufficiente per affrontare i tanti temi e, soprattutto, le tante preoccupazioni. Invece, non è andata così.
Nonostante tutto, Zuckerberg ha ribadito che Facebook è pienamente conforme al GDPR e che, rispondendo alla domanda su un eventuale nuovo caso Cambridge Analytica, ha detto che ci vorranno mesi prima di poter dire che su Facebook non ci siano più situazioni come quelle. L'impegno alla conformità al GDPR è l'unico caso in cui Zuckerberg ha dimostrata una convinzione e una chiarezza netta. Pur non escludendo che su Facebook ci possano essere ancora app fittizie e malevoli, Zuckerberg ha dichiarato che l'azienda sta facendo di tutto per ridurre al minimo eventuali rischi.
Rispondendo alle domande sulla fake news, Zuckerberg ha detto che presto verranno assunti dall'azienda migliaia di moderatori (le cifre dicono circa 20.000 persone) che avranno il compito di vigilare sui contenuti, agendo di fianco all'algoritmo generato sfruttando l'Intelligenza Artificiale. Una strategia precisa, anche se Zuckerberg ammette: "non saremo mai perfetti su questo".
Va detto che Zuckerberg non era tenuto a questo incontro, lo ha fatto sapendo che avrebbe potuto affrontarlo con maggiore sicurezza e che il tempo disponibile che lui poteva concedere era sensibilmente inferiore a quello previsto per le audizioni al Congresso americano. Si è scelto quindi un format, della durata di circa un'ora, in cui Zuckerberg ha utilizzato il suo tempo per rispondere alle domande rivoltegli ma non in maniera precisa e specifica. E questo ha un po' infastidito i deputati come il belga Philippe Lamberts che si è lamentato di aver fatto tutte le sue domande ma di non aver ricevuto alcuna risposta. Alla fine, nessuno è sembrato soddisfatto dall'incontro, ma Zuckerberg ha comunque promesso di dare seguito alle domande scritte.
Le domande a cui Zuckerberg non ha dato risposta
Manfred Weber, deputato tedesco: "Cambridge Analytica è un caso isolato? Può garantire che tra tre, sei, nove mesi non si verificherà un altro scandalo?" – "Ha preso personalmente la decisione nel 2015 di non notificare ai suoi utenti la perdita dei loro dati a Cambridge Analytica? E perché la decisione è stata quella di non notificarlo agli utenti?" – "Esiste oggi un'alternativa ai servizi di Facebook in Europa?"
Syed Kamall, deputato Uk: "Facebook ha ammesso di aver creato "profili ombra" di persone che navigano sul web ma non hanno un account Facebook. Evitare Internet è l'unico modo per impedire a Facebook di raccogliere i miei dati? Cosa fate con i dati degli utenti non-Facebook? Li commercializzate? E' moralmente accettabile? Un utente non Facebook è in grado di vedere i dati che sono stati raccolti? In caso negativo, perché no?"
Guy Verhofstadt, deputato belga: "Ci sta dicendo la verità quando dice che applicherà le norme sulla privacy della GDPR? Perché ci sono già indicazioni che si sta violando il regolamento." – "L'articolo 82 del GDPR prevede la possibilità di risarcimento per gli utenti i cui diritti siano stati violati. Risarcirà gli utenti europei di Facebook in caso di violazione di GDPR e quale sarà l'importo del risarcimento? Collaborerete con le autorità europee, aprirete i vostri libri e ci permetterete di vedere se Facebook è un monopolio? Sareste aperti all'idea di dividere Messenger e WhatsApp, ma mantenendo Instagram sotto l'ombrello di Facebook?".