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Microsoft Surface, sotto la superficie c’è molto di più

Con l’introduzione del suo ibrido metà tablet e metà pc Microsoft cambia le carte in tavola ed entra con prepotenza nel mercato dei dispositivi mobili. Con il ritorno alla produzione hardware, Redmond dimostra di essere pronta ad affrontare la guerra aperta contro Apple, mentre Google sentitamente ringrazia.
A cura di Angelo Marra
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Nomen omen”, dicevano i latini e mai come in questo caso la locuzione calza a pennello. Microsoft Surface è il nuovo tablet realizzato dal colosso informatico ma sotto la “superficie” racconta molto di più. Si tratta di una mossa a sorpresa con la quale Redmond torna prepotentemente in pista dopo un lungo periodo trascorso all'ombra di Apple e di Google con un prodotto rivoluzionario, destinato a cambiare le regole del gioco ed a sferrare un colpo potente contro i nemici di Cupertino e il loro blasonato iPad.
HARDWARE FATTO IN CASA – La prima cosa che è saltata agli occhi a tutti gli osservatori è il ritorno di Microsoft alla produzione della componentistica hardware dei terminali destinati a montare Win8. Si tratta di un passaggio di non poco conto, visto che ormai da molti anni Redmond ha preferito dedicarsi allo sviluppo del sistema operativo delegando altri produttori alla realizzazione dei pc, come Acer, HP e così via. Un chiaro avvicinamento alla strategia autarchica di Apple, che da sempre realizza in proprio entrambe le cose, una filosofia che negli anni da una parte ha isolato la Mela destinandola ad un percorso evolutivo parallelo ma dall'altra ha consentito una simbiosi che nei risultati si è dimostrata palesemente vincente.

MORTE E RESURREZIONE – A questo va aggiunto che, con la crescita repentina di vendite di smartphone e tablet, molti produttori storici stanno pian piano abbandonando il settore dei computer tradizionali, con il rischio per Microsoft di passare nel giro di poco tempo da una situazione di quasi monopolio della scena informatica mondiale ad un ruolo marginale sempre più ridotto. La raffica di licenziamenti messa in atto da Nokia (con cui Redmond ha una partnership per il sistema operativo) la dice lunga su quali risultati siano stati conseguiti nel campo degli smartphone e dando un'occhiata alla situazione nel settore dei tablet i risultati sono ancora più sconfortanti. Fallito quindi, almeno per il momento, lo sbarco nel settore della telefonia e con l'era dei pc tradizionali ormai prossima alla conclusione, Microsoft si è vista mancare il terreno sotto i piedi ed ha deciso di rispondere, per la prima volta, con qualcosa di davvero originale ed innovativo.

GOODBYE IPAD? – Nel mercato dei tablet, accanto al celebre iPad che ne ha consacrato il successo internazionale, fino a ieri un solo modello nella sterminata galassia di tavolette presenti sulla piazza è riuscito a cambiare le regole del gioco. Si tratta del Kindle Fire, il modello prodotto da Amazon che ha aperto la strada al mercato dei tablet low cost, una piccola rivoluzione in un settore dominato da un terminale non certo economico. Aldilà della questione dei prezzi, i tablet (Apple o Google che siano) soffrono però di alcune limitazioni abbastanza pesanti legate ai sistemi operativi mobili, soprattutto in ambito professionale. Nonostante la presenza di miliardi di app che in molti casi hanno reso le operazioni più semplici e immediate rispetto ai software tradizionali, le tavolette ancora non si prestano ad un uso lavorativo più impegnativo: la maggior parte dei software professionali sono stati realizzati infatti per gli OS tradizionali (Windows, MAC OS ecc) e non sono compatibili con quelli presenti sui tablet, il che si traduce in una dipendenza dai computer dalla quale non è ancora possibile liberarsi. La tavoletta diventa quindi uno strumento utile, comodo ma inevitabilmente ausiliario, un limite che gli impedisce di dominare l'attuale mercato e di mandare definitivamente in pensione i pc. La novità introdotta da Microsoft però rimette tutto in discussione ed apre una nuova frontiera nella quale persino la lungimirante Apple rischia di trovarsi scoperta.

LA RIVOLUZIONE DI MICROSOFT – Le specifiche tecniche rese note durante la presentazione del nuovo Surface non consentono di stabilire se il terminale sarà davvero corrispondente alle aspettative. Quello che si sa è che, accanto ad una versione ARM che supporterà solo applicazioni mobili, ne sarà prodotta una PRO dotata di processore Intel ed in grado di eseguire tutti programmi tradizionali disponibili per Windows. Si tratta quindi di un vero e proprio pc ma con le fattezze, la leggerezza e la mobilità di un tablet, con tanto di tastiera magnetica in grado di far dimenticare la geniale cover per iPad. Una mossa rivoluzionaria per colpire quegli utenti che ambiscono ai vantaggi delle tavolette ma sono costretti a rimanere legati ai computer; soprattutto l'unica via possibile per Microsoft di entrare nel mercato dei tablet ormai radicalmente occupato dal duopolio Apple-Google. Naturalmente ora tocca a Redmond investire pari energie anche nella promozione del suo nuovo prodotto in termini di disponibilità (rapida) e di prezzo (contenuto) ma aldilà del successo o del flop di Surface quel che è certo è che il gigante guidato da Steve Ballmer ha introdotto un nuovo elemento sul mercato che cambia per sempre le regole del gioco, costringendo all'inseguimento (per una volta) tutti gli altri competitor. Dopo molti anni di scelte sconsiderate ed infruttuose la Tigre di Redmond dimostra di essere tutt'altro che morente, anche se la sua scelta potrebbe avere altre conseguenze molto meno piacevoli.

TUTTI A MOUNTAIN VIEW – Con l'introduzione di Surface viene a galla un problema di “conflitto d'interesse” che si è già visto ad esempio quando Google ha messo in vendita i primi googlephone. È inevitabile che Microsoft ora punti ad ottimizzare il proprio sistema operativo sulle specifiche tecniche dei propri prodotti, una scelta che di certo non rende felici gli altri produttori che da anni costruiscono pc su cui viene montato Windows, come Asus, HP, Dell e così via. La dipendenza da Redmond negli anni li ha arricchiti ma al tempo stesso li ha legati inevitabilmente ai suoi dettami e doverla inseguire anche dal punto di vista dell'hardware sarebbe davvero troppo. Questa condizione potrebbe quindi spingere i giganti dell'informatica a guardarsi intorno, alla ricerca di una partnership più sicura, e con Apple blindata nel suo fortino di Cupertino e Microsoft troppo impegnata a cucire addosso ai suoi terminali i nuovi sistemi operativi, qualcuno potrebbe optare per Google, che con il suo Android ha saputo imporsi da tempo sia nel settore degli smartphone che in quello dei tablet. Una garanzia di successo che sicuramente gioverebbe a Mountain View e che in qualche maniera cambierebbe la scena tecnologica mondiale, vista anche la conversione industriale inevitabile verso la realizzazione di prodotti mobili.

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