Si chiama Iron Man (ma in molti l'hanno già battezzato Food Replicator – replicatore di cibi), è un programma avviato dall'Istituto Nestlé di Scienze della salute e prometterà di migliorare sensibilmente il modo in cui si mangia. L'obiettivo del progetto – che richiederà anni di studio e sviluppo – è quello di realizzare un dispositivo in grado di analizzare i livelli di nutrienti necessari a ogni singola persona, e produrre il cibo in base alle loro esigenze.
Nel corso di un'intervista rilasciata a Bloomerg, Ed Baetge – il direttore dell'Istituto Nestlé di Scienze della salute – ha più volte messo in evidenza che i prodotti creati sfruttando le potenzialità di "Iron Man", sarebbero molto più efficaci del cibo tradizionale e degli attuali integratori, soprattutto nel trattamento di patologie causate dalla carenza di vitamine o altre sostanze nutritive.
Un risultato storico, che potrebbe addirittura aiutare a curare malattie come l'Alzheimer, e che sarebbe possibile grazie alla produzione di un dispositivo (attualmente ipotetico) in grado di rilevare nel dettaglio tutti i parametri nutrizionali di ogni singola persona, analizzarli per verificare una ipotetica mancanza di un qualsiasi nutriente, e produrre del tutto automaticamente del cibo sano, i cui valori nutrizionali sarebbero bilanciati su misura in base a ogni singola esigenza.
E così, mentre aziende e piccole startup hanno sono già a lavoro sulla propria idea di stampante 3D dedicata alla ristorazione, quelli di Nestlé guardano avanti e, grazie a un team attualmente composto da oltre cento scienziati ed esperti, sono già a lavoro sullo studio dei biomarcatori per il diabete e il legame che il deficit di vitamine e minerali ha con particolari malattie, come ad esempio quelle cardiovascolari.
Naturalmente, semmai fosse possibile (cosa ancora dubbia), il replicatore di cibo immaginato da Nestlé – che in effetti per la sua idea potrebbe aver preso spunto da Star Trek – è ancora lontano anni e anni, e mentre scienziati ed esperti sono a lavoro per sviluppare le tecniche con le quali determinare come le sostanze specifiche influenzano il corpo, e un documento pubblicato nel 2012 suggerisce che la nutrigenomica – o lo studio che analizza come il cibo influenza l'espressione genica – potrebbe contribuire a creare un percorso di nutrizione personalizzato per ogni individuo, il team capitanato da Ed Baetge è speranzoso di riuscire a raggiungere lo scopo. Ma il lavoro da fare è davvero tanto.