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Net neutrality, negli Stati Uniti si vota per l’abolizione

Le regole della “net neutrality” volite dall’amministrazione Obama potrebbero avere le ore contate: presentato oggi il piano d’abolizione, si voterà il 14 dicembre.
A cura di Dario Caliendo
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La neutralità della rete non è cosa da poco. È un'importante pedina nella partita a scacchi della lunga battaglia sulla regolamentazione di internet. E negli Stati Uniti Aijt Pai a capo della Fcc (Federal communications commission), l'agenzia che regola il settore delle telecomunicazioni USA, presenterà oggi ai membri della commissione il suo piano per eliminare tutte le regolamentazioni volute dall'amministrazione Obama a favore della net neutrality.

Il principio secondo cui un'azienda non può creare una rete a due velocità distinte e favorire chi è disposto a pagare di più potrebbe quindi avere i giorni contati, almeno secondo quanto hanno anticipato alcuni media statunitensi: la commissione voterà la proposta il prossimo 14 dicembre e, se non ci saranno sorprese, secondo gli attuali pronostici la proposta dovrebbe passare con tre voti favorevoli dei repubblicani, contro i due dei democratici.

Ma non finisce qui. Con la votazione del prossimo dicembre, potrebbero venire cancellate anche le "regole di condotta generale" che consentono alla Fcc di intervenire sulle politiche dei provider considerate irragionevoli e passerebbero, in parte, alla Federal Trade Commission, che avrebbe esclusivamente lo scopo di controllare sul rispetto delle norme sulla concorrenza.

L'abolizione della net neutrality è un'ulteriore conseguenza della presidenza di Donald Trump, che si è dichiarato più volte contrario al divieto di correlazione tra le prestazioni della banda a disposizione con il prezzo dell'offerta, proprio come i grandi gruppi di telecomunicazione tra cui At&t e Verizon. Non sono mai stati della stessa opinione i big del tech e i gruppi tecnologici della Silicon Valley (come Facebook, Amazon e Google), che hanno sostenuto sin dal principio l'idea di Obama.

Insomma, anche in questo caso vince il profitto. E se da un lato vediamo le aziende fornitrici di infrastrutture "combattere" per far si che questa norma venga abolita (e per aumentare i propri profitti), dall'altro troviamo i fornitori di servizi e piattaforme online preoccuparsi per la sua eventuale abrogazione. E di certo la preoccupazione di Google, Facebook, Amazon e le altre aziende non riguarda solo lo sviluppo tecnologico e chi potrebbe non essere in grado di pagare i nuovi abbonamenti: qualora la net neutrality dovesse essere eliminata, il bacino d'utenza connesso alle varie piattaforme online potrebbe diminuire e – di conseguenza – diminuirebbe il profitto di queste aziende.

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