I Beacon rappresentano l'ultima trovata in campo pubblicitario. Si tratta di piccoli dispositivi bluetooth che, se inseriti in un contesto commerciale come un negozio o un supermercato, possono inviare contenuti ed offerte direttamente agli smartphone dei visitatori, semplicemente passandoci accanto.
Una tecnologia interessante, ma che rischia di sollevare polemiche in merito alla privacy se utilizzata in zone dal più ampio respiro. Ed è proprio quello che sta succedendo a New York secondo BuzzFeed: un'agenzia pubblicitaria avrebbe inserito all'interno dei telefoni pubblici svariati beacon in grado di inviare informazioni commerciali agli ignari passanti.
Un'operazione portata avanti da Titan, la compagnia che si occupa della vendita degli spazi pubblicitari delle cabine telefoniche e che avrebbe installato circa 500 beacon nella zona di Manhattan. Se utilizzati in contesti chiusi, come un negozio, i beacon permettono di inviare informazioni contestualizzate come sconti esclusivi o informazioni sui prodotti. Il tutto tramite il bluetooth del nostro smartphone, il quale riceverà una normale notifica nel momento in cui entreremo nel luogo coperto dal segnale del beacon.
La diffusione di questa tecnologia negli spazi pubblici, però, può portare alla creazione di gigantesche aree commerciali, ma anche ad un incremento nella sorveglianza dei singoli. I beacon, infatti, sono in grado di raccogliere diversi dati sensibili, come il luogo e l'ora della connessione e alcuni dettagli del proprio dispositivo.
Questa tecnologia, per ora, funziona solamente con applicazioni pre-installate; questo significa che se un'azienda vuole inviare un messaggio pubblicitario ad un device, questo deve avere installata l'app di quella sterminata azienda. Oltre, ovviamente, ad avere il bluetooth attivo.
Nonostante questo, però, l'introduzione "silenziosa" dei beacon in tutta Manhattan non ha fatto altro che sollevare diverse critiche. Soprattutto perché, inspiegabilmente, al di là di un'agenzia cittadina nessuno è stato interpellato prima dell'installazione dei dispositivi. "I consumatori devono essere consapevoli del fatto che stanno camminando in un'area coperta dai Beacon" ha affermato Doug Thompson, CEO di Dot3, un'altra compagnia che produce beacon "Non dovrebbe essere tenuto tutto nell'ombra".
Un ulteriore elemento che contribuisce al disagio dei cittadini è il fatto che né Titan né il Dipartimento della Tecnologia e delle Telecomunicazioni vogliono rendere pubblico l'elenco delle cabine telefoniche modificate, mentre continuano ad affermare che l'intera iniziativa è solo un test per determinare l'efficacia della tecnologia.
Restano comunque diversi dubbi sulla reale sicurezza dei dati raccolti dai beacon, i quali, previa approvazione dell'utente, possono creare un vero e proprio profilo, andando a raccogliere dati come l'età, il sesso, l'etnia, il reddito, l'educazione, gli interessi ed i venti luoghi più visitati durante il giorno. Tutti dati che non solo passano dal nostro smartphone al beacon, ma che viaggiano anche nel cloud attraverso i server dei committenti delle pubblicità.