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Oggi chiude Google+, ecco perché e come salvare i dati

Come anticipato a ottobre dalla casa di Mountain View, oggi sarà l’ultimo giorno di vita per il social network nato ormai nel 2011. Il colpo di grazia è arrivato da due falle di sicurezza che hanno messo a rischio i dati degli iscritti, ma i problemi della piattaforma erano più profondi e risalgono alla nascita.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Addio, Google+. Nella giornata di oggi il semideserto social network di Google chiuderà definitivamente i battenti, dopo un declino cominciato in realtà già a pochi mesi dall'apertura e un vero e proprio tracollo negli ultimi. La casa di Mountain View aveva annunciato l'imminente chiusura già a ottobre, in occasione della scoperta di una falla di sicurezza che aveva messo a rischio i dati degli iscritti; i mesi di anticipo erano stati concessi affinché gli utenti iscritti potessero recuperare gli interventi e le fotografie caricate sulla piattaforma prima di perderli per sempre (è ancora possibile farlo visitando questo link) ma il problema che ha decretato la fine di Google+ non sono sicuramente state le falle di sicurezza.

Nato nel 2011, il social network di Google era inizialmente accessibile solamente dietro invito da parte di utenti già iscritti, fatto che ha contribuito non poco a renderlo desiderato e popolare nella nicchia degli appassionati di tecnologia. Quando poi Google ha aperto l'accesso a tutti i numeri hanno continuato a crescere vertiginosamente, ma solo perché nel conteggio degli utenti attivi Google ha iniziato a includere anche gli quelli degli altri servizi Google, come Gmail e YouTube; di fatto, la maggior parte delle persone ha considerato soddisfacente l'offerta di social network già esistente ai tempi e ha preferito rimanere ancorata a Facebook, Instagram e Twitter (ma anche ad altri luoghi di condivisione online come Reddit e lo stesso YouTube) piuttosto che rischiare di investire in un social sul quale gli altri amici non pubblicavano contenuti né si aspettavano di trovarne.

Google+ insomma avrebbe dovuto rappresentare il non plus ultra dei social network, nato quando ormai l'idea di cosa dovesse essere un social network moderno sembrava essere acquisita. Forse però è rimasto vittima proprio della sua volontà di risultare omnicomprensivo, che ha fatto sì che gli utenti non capissero con precisione a cosa servisse. È un peccato per chi ci ha creduto, ma per Google dover staccare la spina a un prodotto o a un servizio che non hanno incontrato il favore del pubblico non è una novità: è già successo con i Google Glass, con la personalizzazione della homepage iGoogle, con quella sorta di prototipo di Plus che fu Google Wave e con molti altri progetti.

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