"L'idea è di avere tanti occhi puntati sulla città. Più gente controlla, e meno problemi insorgono", è questo il concetto alla base di OpenPompei, un nuovo portale quale verranno raccolti e pubblicati tutti i dati relativi agli interventi di restauro e manutenzione in uno dei siti archeologici più importanti del mondo. Il tutto in Open Data, una particolare modalità che oltre a permetterne la consultazione del tutto libera e gratuita, ne garantisce anche il riutilizzo da chiunque ne abbia la necessità.
Ad annunciare l'operatività di un'idea voluta nel 2010 da Fabrizio Barca, allora Ministro per la coesione territoriale, è Alberto Cottica, il direttore scientifico del progetto che conclude: "È il tentativo di creare un modello di gestione diverso, costruito con le idee dei cittadini, anche nel settore dei beni culturali".
Una vera e propria collaborazione tra Stato e cittadini quindi, chiamati per la prima volta in causa per monitorare quello che avviene nella Città Antica. Il tutto sarà possibile, a partire da oggi, grazie pubblicazione dei dati sui lavori e i costi dei venti interventi appaltati fino a ora (per un importo di circa 28 milioni di euro) e di quelli futuri che, uniti alla possibilità di interagire con un team attivo nei social network, darà la possibilità ai cittadini di proporre idee e analisi.
Ma non finisce qui. Il prossimo obiettivo di OpenPompei è quello di rendere pubbliche anche le informazioni scientifiche sulla città e rendere disponibili a chiunque voglia, anche le schede informative, i rilievi, le foto, la mappa del rischio, le piante e addirittura le ricostruzioni virtuali. Si tratta di un patrimonio enorme e dall'inestimabile valore, da tempo richiesto non solo da tantissimi studiosi, ma anche da catene turistiche, sviluppatori indipendenti e software house a lavoro su giochi e applicazioni focalizzati sulla città vesuviana.
Sulla carta l'idea è ottima, ma mai come in Italia non è facile da applicare, soprattutto per i problemi rilevati al diritto d'autore e di proprietà che da tempo rallentano il progetto, la cui ultima impresa è stata quella di dare il via all'iniziativa Wiki Loves Monuments, grazie alla quale nel corso di settembre un team di fotografi fotograferà il sito archeologico in ogni suo dettaglio (qui la lista dei monumenti) e pubblicherà le immagini nel web.
OpenPompei si rifà a a una serie di portali aperti negli ultimi anni con il compito di archiviare i dati archeologici, o meglio la cosiddetta "letteratura grigia": una serie di dati importantissimi (soprattutto per gli studiosi) prodotti nel corso di uno scavo e che, dopo la pubblicazione, vanno perduti. Uno su tutti l‘Archaeology Data Service, che esiste già dal 1996 nel Regno Unito, mentre il Italia è presente il giovanissimo MAPPA Open Data, ancora poco diffuso ma che potrebbe sfruttare la simbolicità della Città antica e del progetto OpenPompei, una vera e propria rivoluzione per il mondo dell'archeologia.