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PagoPa, il Governo rilancia il servizio per pagare tasse e multe online (dopo il flop)

Pagare tasse, multe e tributi online, con un semplice clic e senza la necessità di uscire di casa. È il servizio proposto da PagoPa, portale inaugurato nel 2013 dall’Agenzia per l’Italia Digitale e rivelatosi velocemente un flop. Ma che ora potrebbe rinascere.
A cura di Marco Paretti
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Pagare tasse, multe e tributi online, con un semplice clic e senza la necessità di uscire di casa. È il servizio proposto da PagoPa, portale inaugurato nel 2013 dall'Agenzia per l'Italia Digitale ma rivelatosi velocemente un flop. Ora, però, il Governo ha deciso di riprendere il mano il progetto e provare a spingerlo nuovamente, rendendo finalmente possibili i pagamenti online. Attualmente i principali comuni italiani, tra cui Milano, Roma, Torino, Palermo e Bari, avrebbero aderito al progetto permettendo di pagare attraverso il sito web del comune. Presto, invece, sarà introdotta la possibilità di pagare anche attraverso smartphone, con tanto di notifiche per scadenze e ricevute.

Ad annunciarlo è il Team Digital di Diego Piacentini, commissario dell'Agenda digitale del Governo, in collaborazione con l'Agenzia per l'Italia Digitale. Solo 2.000 Comuni sugli 8.000 previsti hanno aderito al lancio di PagoPa avvenuto 4 anni fa, con 700.000 transazioni di pagamento su un totale potenziale di centinaia di milioni di operazioni. Un flop, quindi, che ora potrebbe rinascere dalle sue stesse ceneri. "Prendiamo la tari: per pagarla ci arriva un avviso a casa con l’importo da pagare e istruzioni non sempre chiare su come farlo" Spiega il Team Digital. "In genere, si paga alla posta con il bollettino postali oppure compilando manualmente l’F24 sull’home banking della propria banca o ancora con l’avviso cartaceo presso uno sportello bancario. Tutto ciò rischiando errori nella compilazione e non ricevendo alcuna quietanza dal Comune per il pagamento effettuato. Le probabilità che qualcosa vada storto sono abbastanza alte e per questo siamo costretti a conservare per anni la ricevuta, per dimostrare l’avvenuto pagamento in caso di una contestazione”.

Con PagoPa, invece, queste problematiche potrebbero sparire. Almeno in teoria, visto che l'approccio iniziale è fallito nonostante le ottime promesse. Certo, anche questa seconda partenza risulta comunque timida: non tutti i comuni hanno implementato ogni servizio possibile e c'è chi, come quello di Roma, li propone solo in versione sperimentale. “Su PagoPa c’è ancora molto da fare. Tre comuni su quattro non permettono pagamenti online. E quelli che lo permettono hanno processi farraginosi” spiega Luca Gastaldi degli osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. "Al momento è una bella chiave che non apre nessuna porta. Situazione simile a Spid, l’identità digitale del cittadino. Ancora non possiamo usarla per accedere a molti dei principali servizi. E a nessun servizio di aziende private".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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