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Perché da oggi potresti iniziare a vedere meno politica su Facebook

Un test avviato all’inizio dell’anno negli Stati Uniti sta arrivando in più di 70 nuovi Paesi nel mondo: Facebook ridurrà la proposta di contenuti di stampo politico per capire che impatto abbiano sul clima all’interno del social e sull’esperienza degli utenti che lo frequentano quotidianamente.
A cura di Lorenzo Longhitano
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A partire da oggi Facebook avvierà un test su scala quasi globale di una funzionalità che potrebbe cambiare il volto del social: un sistema per limitare la comparsa di contenuti politici nella pagina principale degli utenti — ovvero quella che raccoglie i post di amici e pagine suggeriti dall'algoritmo dell'app. L'annuncio è arrivato poche ore fa dalla multinazionale di Menlo Park: il test, che era già stato avviato in una manciata di Paesi, sarà ora esteso a un'ampia fetta delle aree geografiche in cui Facebook è utilizzato.

"Stop a litigi e divisioni"

Tutto è nato all'inizio di quest'anno quando — dopo l'assalto al campidoglio statunitense organizzato in parte anche attraverso i social — Zuckerberg aveva affermato che "la gente non vuole che divisioni e litigi abbiano spazio sui social"; sulla tesi che i contenuti politici causino intrinsecamente divisioni, Facebook ha avviato in poche settimane il primo test negli Stati Uniti su un numero limitato di utenti, per capire se ridurre la prpoposta di contenuti di stampo politico avrebbe effettivamente migliorato l'esperienza d'uso di Facebook. I test si sono svolti tra la primavera e l'estate e hanno dato risultati positivi, tanto da essere stati estesi fino a oggi anche a Costa Rica, Svezia, Spagna, Irlanda, Canada, Brasile e Indonesia. Quello annunciato in queste ore è dunque il passo successivo di un percorso intrapreso ormai mesi fa.

L'esperimento a campione

L'azienda punta a coinvolgere nei test gli utenti a un totale di 80 Paesi, anche se non è stato specificato quali siano. In ciascuna delle aree il numero di utenti coinvolto sarà ristretto: lo scopo del social è comparare l'esperienza degli iscritti interessati dal cambiamento a quella degli utenti rimasti indietro, e valutare l'impatto in termini misurabili. Tra i problemi dell'iniziativa rischia di esserci la definizione stessa di contenuti di stampo politico, che stando all'azienda rappresentano appena il 6 percento di quelli che gli utenti si trovano a visualizzare quando aprono l'app o il sito di Facebook.

La realtà è però più complessa: soprattutto in tempo di pandemia e crisi, ogni articolo giornalistico o spunto di osservazione può farsi immediatamente politico e degenerare in una rissa virtuale. I provvedimenti immaginati, se diventeranno definitivi, potrebbero non essere sufficienti a placare il clima conflittuale che i social favoriscono.

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