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Perché Facebook abbraccia l’India?

È con un abbraccio tra il primo ministro indiano Narendra Modi e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg che si concretizza la collaborazione tra le aziende tecnologiche e il paese in via di sviluppo. Un’ulteriore conferma che oggi la Silicon Valley guarda all’oriente, verso paesi come India e Cina. E li abbraccia.
A cura di Marco Paretti
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È con un abbraccio tra il primo ministro indiano Narendra Modi e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg che si concretizza la collaborazione tra le aziende tecnologiche e il paese in via di sviluppo. Nazione che nel corso degli ultimi anni è diventata il nuovo terreno fertile per la diffusione dei nuovi dispositivi e dei servizi smart che ormai caratterizzano le economie più fiorenti. Se infatti fino ad ora i colossi tech si erano concentrati sull'occidente, raggiungendo praticamente ogni fascia della popolazione con device e servizi, oggi la Silicon Valley guarda all'oriente, verso paesi come India e Cina. E li abbraccia.

"Per continuare a fare progressi abbiamo bisogno di diventare leader non solo sul territorio ma anche online" ha spiegato Modi durante l'incontro, al quale hanno partecipato i CEO più importanti delle aziende americane e non, comprese Facebook, Google e Apple. Incontro che peraltro va a sommarsi a quello di pochi giorni fa che ha visto protagonista il presidente cinese Xi Jimping, anch'esso impegnato in diverse tavole rotonde con i leader della Silicon Valley. La presenza dell'India nel settore, peraltro, è diventata sempre più importante non solo per la grande potenzialità del mercato, ma anche grazie a figure di spicco che nel corso degli ultimi anni hanno preso le redini di giganti del tech. Tra questi spiccano sicuramente Sundar Pichai, CEO di Google, e Satya Nadella, alla guida di Microsoft.

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Due figure che hanno spinto il paese ad investire nella cosiddetta Digital India, un piano che il governo intende mettere in atto per migliorare le infrastrutture e offrire strumenti con i quali connettere tutti i cittadini al web. Un obiettivo che fa gola proprio alle aziende americane, che in questa corsa alla digitalizzazione vedono una grande opportunità di crescita al di là del mercato ormai saturo delle economie fiorenti. D'altronde l'India ha 1,25 miliardi di abitanti, un bacino d'utenza potenzialmente enorme. La prima mossa di Facebook, ha spiegato Zuckerberg, sarà quella di connettere 600 mila villaggi attraverso la fibra ottica entro i prossimi 5 anni, puntando particolarmente al segmento femminile che in India rappresenta il 50% della popolazione. Ma anche diffondere la consapevolezza che la Digital India rappresenta il prossimo grande passo per il web, una promessa che passa dalle ormai famose foto profilo personalizzate che questa volta mostrano in sovrimpressione i colori della bandiera indiana.

All'impegno di Zuckerberg si uniscono anche Google e Microsoft. La prima con un progetto per fornire una connessione WiFi in 400 stazioni ferroviarie del paese, 100 delle quali saranno connesse entro la fine del 2016. Pichai ha inoltre confermato che Android comincerà a "parlare" 11 lingue indiane, tra le quali la Gujarati parlata da Modi. Microsoft ha invece presentato un piano che porterà alla connessione di ulteriori villaggi posizionati in luoghi remoti del paese, mettendo inoltre a disposizione i servizi cloud attualmente disponibili in tutto il mondo. "L'India è molto importante per la storia di Facebook" ha spiegato Zuckerberg. "10 anni fa, quando Facebook stava per essere venduto, ho visitato il paese per circa un mese. È stato come entrare in un tempio di conoscenza, ho capito come ricostruire il social network".

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Insomma, il tanto chiacchierato progetto di Facebook Internet.org ha sì un obiettivo umanitario, ma è innegabile che alla base del tutto ci sia anche un tentativo di espandersi in nuovi mercati, visto che quelli attualmente connessi sono praticamente saturi e non offrono più la crescita che ha caratterizzato il boom di qualche anno fa. Ma, anzi, rallentano. Il bacino indiano offline rappresenta quindi una ghiotta opportunità per le aziende della Silicon Valley: l'unico ostacolo è, appunto, l'essere al di fuori della rete. Il social network deve inoltre affrontare le critiche iniziali al suo progetto disponibile in 19 paesi, già rinominato in Free Basic by Facebook proprio per chiarire che non offre l'intero web ma solo alcune applicazioni "di base". Tra le quali, ovviamente, Facebook.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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