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Perché Facebook vuole cambiare nome proprio ora

Da una parte a guidare la decisione in arrivo c’è sicuramente la volontà di rappresentare un universo più vasto rispetto a quello della piattaforma principale Facebook; dall’altra potrebbe esserci il desiderio di slegare il destino dei vari prodotti e servizi del gruppo da quello di un social che da anni sta vivendo una crisi dopo l’altra.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il nuovo nome del gruppo Facebook non è ancora stato comunicato, eppure la questione è sulla bocca di tutti gli osservatori esterni da quando è emersa la notizia del nuovo battesimo atteso a breve: il colosso fondato da Mark Zuckerberg del resto è una delle entità giuridiche più influenti sul pianeta, e i suoi prodotti hanno un impatto sulla quotidianità di miliardi di persone. Tra le questioni legate al cambio di nome stanno facendo discutere le potenziali ragioni dietro alla decisione, che non sono ancora state rese note (lo saranno probabilmente quando il cambio di nome sarà effettivamente comunicato) ma non sono difficili da immaginare. Da una parte a guidare la decisione in arrivo c'è sicuramente la volontà di rappresentare un universo più vasto rispetto a quello della piattaforma principale Facebook; dall'altra potrebbe esserci il desiderio di slegare il destino dei vari prodotti e servizi del gruppo da quello di un social che da anni sta vivendo una crisi d'immagine dopo l'altra.

Il nome Facebook rimanda a un concetto preciso

Da anni ormai il gruppo Facebook non è più costituito solamente da Facebook: lato social include Instagram e la piattaforma di messaggistica WhatsApp, ma sta anche lavorando sulla realtà virtuale con i visori Oculus e con la costituzione di un metaverso per il momento incarnato nei prodotti della serie Horizon; è attiva nel settore dei pagamenti con la sfortunata iniziativa Libra e con WhatsApp Pay; vuole trasformare i suoi tre social in destinazioni di ecommerce che sostituiscano l'esperienza dei comuni siti web; con il brand Portal vende dispositivi di domotica e comunicazioni domestiche; con Facebook Gaming vuole competere con le piattaforme di streaming in stile Twitch; attraverso Internet.org mira a distribuire accesso online nei Paesi con difficoltà di sviluppo.

Facebook equiparato agli altri prodotti

Le iniziative, i prodotti e i servizi del gruppo Facebook iniziano a essere fin troppi e molti di questi — nonostante il marchio Facebook direttamente nel nome — non hanno necessariamente a che vedere con la piattaforma di Zuckerberg, e potrebbero esserne tranquillamente scorporati per competere sul mercato senza portare sulle spalle il fardello del social più usato al mondo. Una holding con un nome diverso da Facebook servirebbe efficacemente a questo scopo, esattamente come successo con Google nel rinominare in Alphabet la holding che detiene il controllo di DeepMind, Fitbit e la stessa Google; in questo modo, Facebook avrebbe formalmente un ruolo paritario rispetto a quello degli altri prodotti come Instagram, che mostra segni di crescita più promettenti.

I problemi di immagine

Mark Zuckerberg e i suoi consiglieri potrebbero avere intenzione di cambiare nome al gruppo Facebook anche per salvaguardare gli altri prodotti da un'immagine del social in declino. Quando non è sconvolto da scandali di pubbliche relazioni, Facebook è visto come una piattaforma frequentata da tutti, ma senza particolare entusiasmo né vere alternative globali possibili. L'età media è più alta rispetto a quella che caratterizza qualunque altra destinazione online, e questo basta a scoraggiare le nuove generazioni a non prendere in considerazione nulla che abbia il nome del social in primo piano. Trasformare Facebook dal nome dell'intera azienda a quello di un normale prodotto potrebbe preparare la volata ad altre iniziative, come la piattaforma di messaggistica unificata tra Instagram Direct, WhatsApp e Messenger, il metaverso in realtà virtuale di Horizon e Oculus o lo stesso social Instagram, sempre più al centro dell'attenzione dei piani alti del gruppo.

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